Home Attualità Portocannone (CB). Salta la carrese: ora il maltrattamento è incontestabile.

Portocannone (CB). Salta la carrese: ora il maltrattamento è incontestabile.

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“Il dottor Nicola Rossi conferma la prescrizione di non utilizzare il pungolo acuminato e fa presente che l’uso dello stesso, oltre a determinare ferite più o meno profonde sulla cute dei bovini, sicuramente determina una condizione di stress degli animali determinata dalla paura e dal dolore (inteso come esperienza sensoriale ed emotiva sgradevole) che gli stessi provano.” Questa dichiarazione del dirigente veterinario Asrem e quindi NON di un’associazione animalista, – spiega Francesco Fortinguerra, portavoce del Comitato Europeo Difesa Animali – è stata verbalizzata durante la riunione della Commissione di vigilanza di Portocannone, e suona come un de profundis alla ridicola presa in giro dei sostenitori delle Carresi, che dichiarano di voler bene ai loro animali. Nessuna persona che tenesse realmente al benessere di un animale lo sottoporrebbe a simili tormenti per farlo correre. In questa vicenda, che a causa di una tragica morte di uno spettatore e due feriti a Chieuti, ha portato alla cancellazione delle altre Carresi molisane, si è posto moltissimo l’accento sulla sicurezza e ben poco sul maltrattamento dei buoi, ora cristallizzato nelle dichiarazioni del dottor Rossi: l’uso di pungoli acuminati comporta paura e dolore. Già un secolo addietro a Ururi (vedasi allegato) per tre anni (1917-1919) non si svolse la Carrese, proprio perché una nota ministeriale vietava le corse di animali con pungoli acuminati. Divieto che divenne legge sin dal 1932, con l’art. 109 del TULPS e confermato (al momento della successiva soppressione dell’articolo) nella successiva circolare esplicativa ministeriale 3 ottobre 1994, n.559/LEG/200.112.bis laddove si legge “così come sono vietate, per fare altri esempi, le corse con pungolo acuminato, i combattimenti di animali, le corride, e ogni altro spettacolo o trattenimento che comporti strazio o sevizie di animali”, ed evidentemente l’utilizzo dei pungoli non può che essere considerato sevizia punibile ai sensi dell’art 544 ter Codice Penale; esso serve infatti a costringere i buoi a correre, azione del tutto estranea alle loro caratteristiche etologiche. Ciononostante, per decenni si è continuato impunemente a seviziare i buoi, come dimostrano foto e filmati susseguitisi nel tempo. I promotori delle Carresi, che intendono riproporre la loro manifestazione come evento culturale, abbiano ben chiaro che le immagini dell’uso dei pungoli e la sofferenza che essi provocano saranno il “poster” con il quale le presenteremo in Italia e all’estero, accompagnato dallo slogan “la tortura non è né fede né cultura”. E di questo dovranno ben tenere conto il Vescovo Gianfranco De Luca e don Nicola Mattia che tanto sostegno hanno espresso agli organizzatori delle Carresi.

Per informazioni: Francesco Fortinguerra 320-4752762

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