Home Attualità sito, il randagio che ha trovato la sua casa (e la sua cuccia) in un negozio.

sito, il randagio che ha trovato la sua casa (e la sua cuccia) in un negozio.

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A Junín, in Argentina, le saracinesche scendono e le luci si spengono, ma per Osito, il cane dal manto color miele amato da tutto il quartiere, la notte è l’ora del ritorno. Pur vivendo in strada, il suo “posto del cuore” e rifugio notturno è uno solo: un negozio di articoli per animali.

Mentre i clienti abituali visitano Chila Pets di giorno per acquisti, Osito, il cane randagio, segue un ritmo tutto suo, libero e gentile. Il negozio è il suo luogo prediletto, anche a saracinesche abbassate. È successo proprio qualche giorno fa: il proprietario, chiudendo, ha avuto una dolce sorpresa. “Lo abbiamo trovato dentro: era rimasto a dormire,” ha raccontato. Osito, raggomitolato come una palla di pelo, dormiva placidamente su una montagna di lettini in vendita.

Osito non è un cliente comune di Chila Pets, ma un amato “cane della comunità.” Pur non avendo un unico proprietario, il quartiere intero si prende cura di lui. Come ha spiegato il negozio su TikTok, Osito è un “randagio” che ama girare di giorno, ma la notte trova riparo a casa di un vicino. La sua forza è proprio questa libertà: non gli manca nulla, perché l’intera comunità gli offre cibo, affetto e un posto caldo per dormire la sera.

Tra tutti i suoi luoghi, Chila Pets è il rifugio del cuore di Osito. Per anni, è entrato per una carezza, uno snack o, semplicemente, per concedersi un sonnellino. I proprietari lo accolgono sempre con gioia: sanno che la sua comparsa è un piccolo, prezioso momento di felicità quotidiana.

Osito non va via a mani vuote: riceve sempre biscotti e, talvolta, viene persino invitato nell’appartamento sopra il negozio per riposare su uno dei letti esposti in vetrina. “Chila ti vuole bene, piccolo orsetto assonnato,” è il loro affettuoso saluto. La sua storia è una testimonianza che l’amore può esistere oltre la proprietà: Osito è stato adottato dalla bontà di un’intera comunità che non lo abbandona. Non servono collari o medagliette, basta una porta aperta e qualcuno che sussurri: “Benvenuto a casa, piccolo orsetto.”

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