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Quasi: Una seconda possibilità per le anime più fragili.

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Guidate dal potente mantra ‘nessuno deve morire solo’, una rete di volontarie ha compiuto un piccolo miracolo: trovare casa a centinaia di cani malati. Grazie a questo progetto, anime fragili che sembravano destinate alla solitudine hanno conosciuto il calore di una famiglia proprio quando ne avevano più bisogno.

Nel vasto panorama delle associazioni animaliste, Quasi brilla di una luce propria. Ciò che la rende unica non è solo la capacità di fare miracoli con poche risorse, ma la straordinaria comunità che la sostiene: un esercito di persone che, come noi, crede fermamente nel valore dell’adozione rispetto all’acquisto.

La realtà dei canili italiani è spesso crudele: recinti pieni di anime scartate perché “imperfette”. Anziani, disabili, malati o traumatizzati rischiano di diventare invisibili, condannati all’ergastolo solo perché non corrispondono ai canoni estetici o di salute richiesti. I dati sono allarmanti: il rapporto “Animali in Città” di Legambiente segnala un aumento dell’8,6% degli abbandoni nel 2023 (85.000 cani), una marea che travolge le strutture.

È qui che Progetto Quasi fa la differenza, trasformando quello che il mondo vede come un “difetto” in un punto di forza. La loro missione è accogliere proprio gli “inadottabili”: cani neurologici, anziani o con passati dolorosi. Grazie a loro, centinaia di “ultimi” hanno trovato non solo una casa, ma la dignità di essere amati per ciò che sono, e non per come appaiono.

L’anima del progetto è Fabiana Rosa, terapista specializzata in bambini con problematiche neurologiche. Fabiana ha trasferito nel mondo animale lo stesso sguardo che riserva ai suoi piccoli pazienti: ironico, accogliente e capace di vedere oltre le apparenze. La sua visione della ‘normalità’ non conosce barriere. Insieme alle volontarie, accoglie cani che il mondo considera ‘invisibili’ e li prepara a una nuova vita applicando un principio geniale nella sua semplicità: se un difetto non puoi nasconderlo, trasformalo in un vanto. È così che la diversità diventa unicità.

La formula magica di Quasi è trasformare la pietà in simpatia. Al posto di appelli strappalacrime, qui trovi nomi surreali e descrizioni che fanno ridere di gusto. È così che Megamind, una cucciola idrocefala, e Einstein, affetto da epilessia e tic, sono diventati delle star e hanno trovato famiglia.

L’ultimo ‘capolavoro’ di questa narrazione è Brus Lì: 9 chili scarsi per 9 anni di età, affettuosamente ribattezzato dalle volontarie ‘un cesso a pedali dagli occhi a mandorla’. Brus Lì è un sopravvissuto: ha perso un occhio e si è rotto una zampa in un ultimo combattimento (sicuramente truccato, scherzano loro). Oggi prende pillole per il cuore, si blocca al guinzaglio come una statua di sale e fa lo ‘stalker’ con le cagnoline. Eppure, con gli umani è una ‘cozza’ dolcissima. La sua storia è il manifesto del rifugio: non esistono cani inadottabili, ma solo incontri che aspettano di accadere.

Tutto è iniziato con un’epifania chiamata Quasi. È stata lei, una cagnolina affetta da una rara sindrome genetica — con la colonna vertebrale gravemente deviata e le zampe asimmetriche — a insegnare a Fabiana la lezione più importante: non esistono cani inadottabili, ma solo incontri che aspettano di accadere.

Quello che era nato come un tentativo disperato di pagare le costose cure veterinarie vendendo spille e magliette, si è trasformato in un movimento d’amore. Oggi quella scintilla è diventata una vera casa-famiglia: un rifugio intimo che accoglie fino a cinque ospiti alla volta — tra anziani, disabili e randagi. Qui vengono curati, educati e viziati, fedeli alla promessa che nessuno, nemmeno i ‘mostriciattoli’ più sfortunati, merita di morire solo.

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