Associazioni Curiosità Salute e benessere Il divieto sui test potrebbe slittare oltre il 2025: la vita di milioni di animali appesa a un filo. Di PetNews24 Scritto: 10 Febbraio 2025 3 minuto/i di lettura Ancora sei anni di test su animali per sostanze d’abuso come droghe, alcol e tabacco? Questo è il rischio concreto dopo l’ultima seduta della Commissione Affari Costituzionali del Senato, dove è stato proposto un ulteriore slittamento del divieto di sperimentazione animale per queste sostanze e per gli xenotrapianti. Il divieto, previsto per il 1° luglio 2025, potrebbe quindi essere posticipato di sei anni. Due importanti divieti riguardanti la sperimentazione animale sono stati introdotti in Italia in seguito al recepimento della Direttiva europea sul benessere degli animali: il divieto di utilizzare animali per la ricerca sugli xenotrapianti d’organo e il divieto di utilizzare animali per gli studi sulle sostanze d’abuso. L’entrata in vigore di questi divieti, inizialmente prevista per una data precedente, è stata posticipata a luglio 2025. La LAV ha ottenuto una grande vittoria nella lotta contro la sperimentazione animale in Italia. I vincoli introdotti nel decreto legislativo 26/2014, grazie all’approvazione di Camera e Senato nel 2013, hanno portato alla chiusura di allevamenti lager come Green Hill, segnando una svolta nella tutela degli animali. Invece di concentrarsi su proroghe e rinvii, le forze politiche dovrebbero investire maggiormente nelle Non Animal Methodologies (NAMs). Questo settore in forte espansione a livello internazionale, cruciale per il futuro della ricerca, necessita di maggiori finanziamenti in Italia per non rimanere indietro e compromettere la competitività scientifica del paese. Nonostante la normativa internazionale riconosca la priorità dei metodi alternativi alla sperimentazione animale e un numero crescente di cittadini ne richieda l’implementazione, in Italia i fondi destinati a questo settore sono pari a zero. Questo, a differenza di altri Paesi europei come Olanda e Belgio che investono milioni di euro nella ricerca human-based, rischia di relegare l’Italia in una posizione marginale nel panorama europeo.