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Il Rapporto Assalco-Zoomark 2025: La presenza dei pet riduce del 15% il ricorso alle visite mediche negli anziani.

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Animali da compagnia: alleati del benessere

Il Rapporto Assalco-Zoomark 2025 fotografa un’Italia sempre più consapevole del valore sociale dei pet, tra benessere psico-fisico, inclusione e nuove sfide culturali

  •  In Italia vivono quasi 65 milioni di animali da compagnia; cani e gatti superano i 20 milioni, con gatti in crescita
  • La presenza dei pet riduce del 15% il ricorso alle visite mediche negli anziani, offre benefici al pari di un farmaco e un antidoto alla solitudine, generando un risparmio potenziale di 4 miliardi di euro annui per il SSN
  • Cresce la diffusione delle policy “pet in ufficio” dalle aziende private al Senato fino alla Regione Sicilia

È stata presentata oggi a Zoomark la XVIII edizione del Rapporto Assalco-Zoomark, che dedica una sezione approfondita al ruolo sociale e sanitario degli animali da compagnia. Una lettura trasversale e aggiornata che evidenzia come la presenza degli animali nelle famiglie italiane vada ben oltre la sfera affettiva, assumendo una funzione rilevante in termini di benessere, salute pubblica, inclusione e qualità della vita.

Oggi gli animali da compagnia – afferma Giorgio Massoni, Presidente di Assalco – rappresentano una presenza strutturale nella società italiana, con un impatto crescente sul benessere individuale, sull’inclusione sociale e sulla salute pubblica. Il Rapporto Assalco-Zoomark 2025 documenta con evidenze chiare come la relazione uomo-pet sia un fattore di equilibrio sociale, sostenibilità del welfare e qualità della vita. Integrare questa presenza nei contesti abitativi, sanitari e lavorativi significa adottare una visione moderna e lungimirante delle politiche per la salute e la coesione sociale”.

Il pet nella società: salute, affetto e sostenibilità del welfare

In Italia vivono quasi 65 milioni di animali da compagnia, con oltre 20 milioni tra cani e gatti, una popolazione stabile ma in continua evoluzione. Crescono i gatti e i cani di piccola taglia, mentre si riducono pesci e uccelli, complice anche l’adeguamento normativo e la riduzione dei negozi che vendono animali vivi. Questa distribuzione sarà presto monitorata con maggiore precisione grazie all’avvio dell’Anagrafe nazionale degli animali da compagnia ovvero del Sistema di Identificazione Nazionale degli Animali da Compagnia (SINAC), con obbligo di registrazione di tutti gli animali d’affezione, sviluppato dal Ministero della Salute con l’obiettivo di garantire dati puntuali che permettano piena tracciabilità, programmazione sanitaria e l’implementazione di misure per la tutela del benessere animale. Il rapporto sottolinea come il 96% dei pet owner consideri il proprio animale parte integrante della famiglia, un dato che si riflette anche nei risultati di studi internazionali: vivere con un pet produce benefici emotivi e psicologici comparabili a quelli delle relazioni sociali strette, con impatti concreti sulla qualità della vita come osservato nella ricerca pubblicata dalla University of Kent in collaborazione con la London School of Economics.

Emerge sempre di più che la relazione quotidiana con l’animale da compagnia può fornire un supporto emotivo comparabile a quello offerto dalle relazioni umane e familiari significative. Questo è particolarmente evidente in alcune fasce d’età, ad esempio nella popolazione anziana. La presenza di un animale d’affezione è associata alla riduzione di ansia, depressione e sedentarietà, con effetti benefici anche sulla salute cardiovascolare. Si stima una riduzione del 15% nel ricorso a visite mediche da parte dei senior, effetti benefici al pari di un farmaco e un rimedio contro la solitudine, che si traduce in un risparmio annuo di circa 4 miliardi di euro per il Servizio Sanitario Nazionale. A questi dati si affianca l’importante crescita degli Interventi Assistiti con gli Animali (IAA), applicati in contesti clinici ed educativi: dai disturbi dello spettro autistico fino alla neuropsichiatria. Le linee guida nazionali, coordinate dall’Istituto Superiore di Sanità, ne garantiscono l’applicazione professionale, scientificamente validata.

Pet inclusion, animali operativi e riconoscimento giuridico: la società cambia volto

Sempre più diffuso anche il fenomeno della pet inclusion negli ambienti di lavoro: dalle aziende private al Senato della Repubblica e alla Regione Sicilia, fino a università come Verona, Trento e Milano-Bicocca, cresce il numero di ambienti lavorativi che permettono ai dipendenti di portare il proprio animale d’affezione in ufficio, nel rispetto di apposite procedure. Queste iniziative migliorano il clima lavorativo, riducono lo stress e rafforzano le relazioni sociali, promuovendo una nuova concezione del benessere organizzativo. In parallelo, il rapporto documenta numerose esperienze in cui animali addestrati svolgono funzioni a servizio della collettività: dal contrasto alla Xylella e alla peste suina africana, alla tutela della biodiversità marina con i “Tartadogs”, fino al monitoraggio post-bellico con i cani antimina.

Il riconoscimento del valore degli animali da compagnia si riflette anche sul piano istituzionale. Se a livello europeo assistiamo ad una svolta storica con la nomina di un Commissario per la salute e il benessere animale, a livello italiano il disegno di legge per la riforma dei reati contro gli animali avanza nel proprio iter legislativo riconoscendo l’animale come meritevole di tutela. A livello giuridico sempre più frequentemente, le sentenze dei tribunali italiani attribuiscono dignità relazionale al legame con il pet, riconoscendo il danno morale per la sua perdita come lesione di un diritto afferente alla sfera relazionale e identitaria della persona.

In questo scenario, ASSALCO continua a promuovere un dialogo per valorizzare appieno il contributo degli animali da compagnia al progresso sociale.

Sostenibilità e impatto ambientale: la filiera pet food tra innovazione e responsabilità europea

Questo cambiamento culturale, che vede gli animali da compagnia assunti a parte attiva del benessere individuale e collettivo, si inserisce in un contesto normativo ed economico più ampio: quello tracciato dalle direttrici europee del Green Deal, che pongono la sostenibilità ambientale al centro delle politiche produttive e dei modelli di consumo. Anche il settore del pet food è presente in questo percorso e si confronta con l’evoluzione degli obiettivi ambientali, normativi e comunicativi. Il settore del pet food partecipa attivamente alla transizione ecologica europea, adeguandosi alle nuove normative ambientali come il Regolamento UE sugli imballaggi (PPWR) e la Direttiva contro il greenwashing. Per misurare in modo oggettivo l’impatto ambientale dei prodotti, è stato sviluppato e recentemente aggiornato un metodo di calcolo e comunicazione sulle performance ambientali degli alimenti per cani e gatti, denominato PEFCR Pet Food, riconosciuto dalla Commissione Europea e basato sulla valutazione dell’intero ciclo di vita del prodotto (metodo LCA – Life Cycle Assesment). A questo si antepone una storica sostenibilità del prodotto pet food  basata sull’utilizzo di sottoprodotti dell’industria alimentare umana, che consente di valorizzare risorse nutrizionalmente pregiate e sicure dal punto di vista sanitario, dando vita ad un efficace modello di economia circolare. Il ruolo sociale dei pet, dunque, si accompagna a una responsabilità ambientale concreta, condivisa dall’intera filiera e riconosciuta dalle istituzioni comunitarie. Integrazione ambientale, benessere animale e impatto sociale diventano così assi portanti di un nuovo approccio culturale, che unisce cura, innovazione e sostenibilità in una visione condivisa del futuro.

ASSALCO – Associazione Nazionale tra le Imprese per l’Alimentazione e la Cura degli Animali da Compagnia riunisce le principali aziende che operano in Italia nei settori pet food e pet care, rappresentando circa l’85% del mercato nazionale degli alimenti per animali da compagnia. A livello europeo, ASSALCO aderisce a FEDIAF, the European Pet Food Industry Federation.

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