Home Ambiente L’Internet degli animali: Icarus ritorna, volando più veloce e più lontano.

L’Internet degli animali: Icarus ritorna, volando più veloce e più lontano.

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L’International Cooperation for Animal Research Using Space (Icarus) ha segnato una rivoluzione nella tecnologia di monitoraggio della fauna selvatica dallo spazio. Lanciato nel 2020, un ricevitore Icarus posizionato sulla Stazione Spaziale Internazionale (ISS) ha iniziato a raccogliere dati sugli animali dotati di trasmettitori miniaturizzati. Questo sistema pionieristico ha monitorato i comportamenti e le migrazioni di centinaia di animali in tutto il mondo, anche in ambienti difficili come oceani, deserti e foreste pluviali. Tuttavia, con l’inizio del conflitto tra Russia e Ucraina a marzo 2022, le operazioni di Icarus, originariamente una collaborazione tra agenzie spaziali tedesca e russa, sono state interrotte.

Michael Wunder, ecologo dell’Università del Colorado Denver, ha utilizzato i trasmettitori ISS per studiare i modelli migratori dei pivieri di montagna prima che la guerra interrompesse la ricerca. Wunder sottolinea su Yale Environment 360 l’impatto geopolitico della situazione, affermando che la nuova fase del progetto, ora gestita direttamente dagli scienziati, è cruciale per proseguire la missione senza le complicazioni delle agenzie spaziali governative.

Nel 2021, il team di Wunder aveva equipaggiato 17 pivieri di montagna, una specie in forte declino. Tuttavia, il loro studio è complicato dal loro habitat remoto e dal comportamento riservato. I trasmettitori Icarus avevano rivelato che questi uccelli non seguivano rotte migratorie fisse e si mescolavano in inverno, mentre i dati sulle morti degli uccelli hanno rivelato che erano vittime di predazione. L’interruzione dei dati dovuta al conflitto ha bloccato la ricerca, lasciando i ricercatori senza informazioni vitali.

Dopo 15 mesi di inattività, Icarus è tornato in orbita con un satellite sperimentale lanciato con successo da Vandenberg, California. Questo nuovo sistema sperimentale ha dimostrato la capacità di continuare il programma pionieristico di monitoraggio spaziale della fauna selvatica. A giugno, Icarus ha avviato il test di un sistema di tracciamento avanzato, promettendo una copertura globale totale grazie al nuovo ricevitore montato su un CubeSat. Questo piccolo satellite di 10 cm per lato, pesante circa 2 kg, è più compatto ed efficiente rispetto all’antenna di tre metri e al computer della dimensione di un desktop usati in precedenza sulla ISS. Il nuovo sistema consuma solo un decimo dell’energia ma può gestire quattro volte più sensori contemporaneamente, facilitando la trasmissione e la gestione dei dati.

Martin Wikelski, che dirige il progetto al Max-Planck-Institut für Verhaltensbiologie, sottolinea come la nuova tecnologia permetterà una comunicazione più efficiente con i sensori, rendendo possibile la raccolta di dati globali sui movimenti e sul comportamento degli animali. L’obiettivo di Icarus è creare un “Internet degli animali”, che fornisca dati cruciali sulla salute degli ecosistemi e sul cambiamento climatico.

I CubeSat, grazie alla loro dimensione e costo contenuto, stanno diventando sempre più popolari per missioni scientifiche. Il CubeSat che ospita Icarus sarà parte di un carico utile da 8U dell’Universität der Bundeswehr München e ospiterà diversi esperimenti scientifici. Questa missione fa parte di SeRANIS, un’iniziativa sostenuta dal programma di stimolo economico tedesco per superare la crisi del Covid-19.

Il nuovo CubeSat, in orbita terrestre bassa (LEO), ha il vantaggio di orbitare attorno alla Terra più volte al giorno, garantendo una copertura globale che la ISS non può offrire. Questa capacità di monitorare ogni punto del pianeta, comprese le regioni artiche e polari, rappresenta un passo avanti significativo per il monitoraggio globale della biodiversità.

Con l’attuale singolo ricevitore, i dati verranno letti giornalmente, ma l’obiettivo è espandere il sistema con ulteriori ricevitori satellitari per garantire una trasmissione quasi in tempo reale. Sono già in fase di progettazione un secondo CubeSat per il 2025 e un terzo per il 2026, con l’intento di migliorare ulteriormente la capacità di monitoraggio della biodiversità.

Wikelski esprime ottimismo sui futuri sviluppi, indicando che i dati in tempo reale potrebbero rivoluzionare la conservazione della biodiversità. Inoltre, i sensori in fase di sviluppo includeranno comunicazione bidirezionale e intelligenza artificiale per una raccolta di dati più sofisticata e meno invasiva.

Ellen Aikens, biologa dell’Università del Wyoming, ritiene che Icarus potrebbe democratizzare la ricerca ecologica, offrendo a istituti con budget limitati l’accesso a informazioni preziose sui movimenti animali. Aikens evidenzia come i tag Icarus, più economici rispetto alle alternative esistenti, abbiano il potenziale di trasformare profondamente la ricerca sulla fauna selvatica.

Wikelski conclude con entusiasmo: «Il nuovo sistema rappresenta un balzo tecnologico significativo, migliorando la nostra capacità di monitorare e comprendere le storie degli animali e degli ecosistemi in cui vivono». Con piani per marcare migliaia di animali in Europa e una continua evoluzione dei sensori, Icarus sta tracciando una strada ambiziosa verso un futuro di maggiore comprensione e conservazione della vita sulla Terra.

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