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Regolamento condominiale e animali: è possibile il divieto?

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Molti condomini si chiedono se il regolamento possa vietare la presenza di animali domestici come cani o gatti. Contrariamente a quanto si pensa, il regolamento assembleare non può imporre tale divieto, come stabilito dall’articolo 1138 del Codice Civile. Tuttavia, la questione è più complessa per i regolamenti contrattuali, spesso predisposti dal costruttore, dove la giurisprudenza offre diverse interpretazioni.

Gli animali domestici, come cani e gatti, sono da tempo parte integrante della vita degli italiani, considerati veri e propri membri della famiglia. Di conseguenza, la loro presenza nei condomini è sempre più comune.

Nonostante l’amore per gli animali domestici, la convivenza in condominio può generare tensioni con i vicini, portando molti a interrogarsi sulle regole condominiali. In particolare, ci si chiede se sia possibile vietare la presenza di animali domestici tramite una decisione dell’assemblea condominiale.

Per stabilire se un regolamento condominiale possa proibire la presenza di animali domestici, è fondamentale esaminare la normativa vigente. La Riforma del Condominio del 2012, Legge 220/2012, ha introdotto cambiamenti significativi. In particolare, la modifica dell’articolo 1138 del Codice Civile ha chiarito che:

  • i regolamenti condominiali non possono vietare il possesso o la detenzione di animali domestici;
  • qualsiasi divieto in tal senso è da considerarsi legalmente nullo.

Nonostante la riforma del 2012, spesso definita ‘nuova legge sui cani in condominio’ e applicabile a tutti gli animali domestici, persisteva un’incertezza: l’articolo 1138 del Codice Civile si applica solo ai regolamenti assembleari o anche a quelli contrattuali? La giurisprudenza ha fornito diverse interpretazioni, con la recente sentenza 134/2025 del Tribunale di Cagliari che ha confermato:

  • i divieti di animali domestici nei regolamenti condominiali sono nulli;
  • l’articolo 1138 si applica a entrambi i tipi di regolamento.

Nonostante la chiarezza della normativa, la giurisprudenza ha espresso nel tempo pareri discordanti. Ad esempio, mentre la sentenza 889/1972 della Cassazione sottolineava come i divieti limitassero il diritto di proprietà, la sentenza 21307/2016 ammetteva restrizioni maggiori nei regolamenti contrattuali, purché approvate all’unanimità. A causa di queste interpretazioni contrastanti, il dibattito legale rimane aperto. È fondamentale precisare che la nullità dei divieti riguarda solo i proprietari. Nei contratti di locazione, locatore e affittuario possono stabilire clausole specifiche, incluso il divieto di animali, in virtù dell’autonomia contrattuale prevista dall’articolo 1322 del Codice Civile.

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