Ambiente Associazioni Cronaca WWF: Diminuisce la Dimora del Re dell’Artico. Di PetNews24 Scritto: 28 Febbraio 2024 5 minuto/i di lettura Il 27 febbraio segna il ritorno della Giornata Internazionale dedicata all’orso polare, una specie iconica che simboleggia gli impatti della crisi climatica sulla biodiversità. L’habitat dell’orso polare, costituito dal ghiaccio marino artico, sta subendo una riduzione sia in estensione che in spessore a una velocità senza precedenti. Questa diminuzione compromette l’importante ruolo dello “schermo bianco” nel riflesso dell’energia termica nello spazio, svolgendo così un ruolo fondamentale nella regolazione del clima del nostro Pianeta. La fusione del permafrost terrestre e della banchisa polare sta causando una accelerazione drammatica nell’emissione di gas climalteranti nell’atmosfera. Al contempo, questa fusione sta riducendo anche l’effetto benefico che la vasta distesa glaciale artica ha sul clima globale. I più recenti studi confermano un aumento della temperatura nell’Artico significativamente superiore alla media mondiale. Alcune regioni registrano un incremento fino a 2.7°C ogni dieci anni, un valore che supera di 5-7 volte il tasso di crescita globale della temperatura. Con la diminuzione dei ghiacci, le tradizionali zone di caccia degli orsi polari si riducono drasticamente. Di conseguenza, questi magnifici animali perdono peso fino a correre il rischio di morire di fame, mettendo a serio rischio anche la loro fertilità. Nonostante gli sforzi degli orsi nel trovare nuovi adattamenti, come cacciare uccelli anziché foche, che sono le loro prede abituali sulla banchisa polare, o nel ridurre i consumi energetici attraverso un “letargo” estivo e una limitazione degli spostamenti, la situazione rimane critica. Un recente studio condotto da Anthony Pagano del Servizio Geologico degli Stati Uniti di Anchorage, Alaska, e pubblicato sulla rivista Nature Communication, ha evidenziato le sfide affrontate da 20 orsi polari nel tentativo di sopravvivere al caldo. Durante il monitoraggio durato tre anni, è emerso che 19 degli orsi hanno subito significative perdite di peso nonostante i loro sforzi per trovare cibo. La ricerca di cibo spinge gli orsi a spostarsi anche verso i villaggi, aumentando il rischio di conflitti con le comunità locali. L’integrità dell’habitat degli orsi polari è ulteriormente minacciata dalle industrie estrattive di gas e petrolio, sempre più interessate ai giacimenti artici. Questo aumento dell’attività industriale comporta un maggiore rischio di incidenti ambientali. Infine, l’ingestione di prede contaminante dai mari, che sempre più frequentemente sono inquinati, espone gli orsi polari al rischio di accumulo di sostanze tossiche, un processo noto come “biomagnificazione”. Queste sostanze possono causare danni fisiologici permanenti agli orsi polari e avere effetti drammatici sulle loro capacità riproduttive. Nel mondo, restano appena meno di 30.000 orsi polari, distribuiti in 19 sottopopolazioni. Un esempio eloquente del declino di questa specie è rappresentato dalla popolazione di orsi polari nella baia di Hudson, in Canada, che ha subito una diminuzione del 30% dal 1987 al 2017. Le prospettive future sono ancora più inquietanti: gli scienziati prevedono che, se le attuali tendenze persistessero, la popolazione totale degli orsi polari potrebbe ridursi di un terzo nei prossimi 30 anni e potrebbe addirittura estinguersi in natura entro la fine del secolo.