Home Attualità L’ostinata resistenza: ovunque in catene, ma sono liberi.

L’ostinata resistenza: ovunque in catene, ma sono liberi.

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«Le strette gabbie, le sbarre di ferro, le catene di cui l’uomo si serve qui per mantenere la propria vittoria, suggeriscono ch’egli ha sottomesso la forza e i movimenti dei propri schiavi animali, ma che non regna ancora sulla loro volontà». Alphonse Esquiros, uno dei molti intellettuali interpreti di quell’animalismo nascente che nel XIX secolo si dava il nome di «zoofilia», rovescia con una sola immagine un’idea di illibertà animale che domina il pensiero occidentale. Cartesio aveva tolto agli animali ogni forma di volontà e libertà, cosa da cui deduceva il diritto degli uomini a uno sfruttamento senza esitazioni. Egli sentiva nelle grida degli animali torturati nient’altro che un cigolio d’ingranaggi, e avrebbe visto nelle catene che servono a contenerne l’indocilità l’equivalente di un paniere che impedisce a delle mele di rotolare via, o di una diga che frena il corso dell’acqua.

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