Home Cronaca Regno Unito. Caro prezzo della vita, animali abbandonati: un triste legame.

Regno Unito. Caro prezzo della vita, animali abbandonati: un triste legame.

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L’entusiasmo per le adozioni durante la pandemia si è spento, lasciando il posto a un preoccupante aumento degli abbandoni. L’incapacità di far fronte alle spese veterinarie e alimentari costringe sempre più persone a questa dolorosa decisione. Nei primi mesi del 2025 si contano già oltre 5.700 animali abbandonati, segnando un drammatico +32% rispetto all’anno precedente.

Nel Regno Unito, dove la convivenza con animali domestici è una consuetudine per oltre metà della popolazione adulta, il caro vita e le persistenti difficoltà economiche post-pandemia alimentano una crescente ondata di abbandoni. Questa tendenza allarmante preoccupa le associazioni e i rifugi. La RSPCA ha già contato oltre 5.700 abbandoni nei primi mesi del 2025, un drammatico aumento del 32% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Nel corso del 2024, le segnalazioni avevano superato le 22.500, segnando un incremento del 7% rispetto al 2023.

Dietro le fredde statistiche degli abbandoni nel Regno Unito si celano storie umane toccanti. Sue Barrett, da 25 anni al rifugio Mayhew, descrive una situazione in peggioramento mai vista. Elvira Meucci-Lyons, direttrice del rifugio, raccoglie quotidianamente il dolore di chi è costretto a separarsi dai propri animali: “Vengono da noi perché sentono di non avere altra scelta che abbandonarli, principalmente a causa del costo della vita”. Il rifugio Mayhew, solo dall’inizio del 2025, ha già accolto oltre 130 animali, testimoni di questa crisi. Tra loro ci sono Brownie, un barboncino toy di un anno, e Astro, un piccolo bull americano, entrambi arrivati dopo che le difficoltà economiche avevano portato i loro proprietari a perdere la casa. “Queste sono le storie più sconvolgenti”, confida Meucci-Lyons, perché evidenziano come proprio nei momenti di bisogno il supporto affettivo di un animale domestico sia fondamentale. La direttrice aggiunge come la motivazione più frequente sia l’incapacità di sostenere le spese per il cibo e le cure, come nel caso di Felix, un gatto di nove anni lasciato al rifugio perché i suoi proprietari non potevano permettersi le cure dentistiche necessarie.

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