Attualità Legge 82/2025: Il Nuovo Quadro Normativo per la Protezione degli Animali. Di PetNews24 Scritto: 12 Dicembre 2025 3 minuto/i di lettura Il legislatore contemporaneo (e questo include le legislature precedenti, che hanno seguito la medesima direzione) ha fatto, a mio avviso, un largo uso, o meglio, un abuso, del diritto penale, aumentando in modo eccessivo il carico di reati del nostro ordinamento già pletorico. La ragione di questa tendenza è chiara: la legge continua a considerare il diritto penale come un’opzione “a costo zero” — un’ingiustizia notevole. La maggior parte delle riforme che introducono nuovi reati trascurano totalmente la necessità di reperire le risorse necessarie per perseguirli efficacemente. L’esito è lampante: il nostro sistema penale è già compromesso da un carico di lavoro insostenibile per forze dell’ordine, Procure e Tribunali (senza contare il sovraffollamento carcerario). Ogni nuova fattispecie di reato è come una goccia aggiunta a un bicchiere che sta già traboccando. È per questo che la stragrande maggioranza delle riforme penali degli ultimi decenni è stata criticata come “diritto penale simbolico”: norme concepite per vincere le elezioni, non per vincere la lotta contro la criminalità. La Legge 6 giugno 2025, n. 82 — intitolata “Modifiche al codice penale, al codice di procedura penale e altre disposizioni per l’integrazione e l’armonizzazione della disciplina in materia di reati contro gli animali” — si distingue come un’eccezione rispetto alla tendenza legislativa critica. Pur comportando un significativo aggravamento delle pene (sia detentive che pecuniarie) previste per i reati contro gli animali, la legge non introduce nuove fattispecie criminose. Le sue importanti novità risiedono invece su altri piani, che meritano attenzione. Nel complesso, il provvedimento appare ben concepito. È evidente che sia il risultato di un’attenta riflessione da parte di esperti di tutela animale, il cui obiettivo è rendere il sistema, almeno nella sua componente penale, più efficiente nella pratica. Non è dunque plausibile, in questo caso, liquidare la riforma come una sterile e puramente simbolica presa di posizione “animalista”.