Home Attualità Roma. Mandrake tra cavalli e cinghiali: il futuro dell’Ippodromo.

Roma. Mandrake tra cavalli e cinghiali: il futuro dell’Ippodromo.

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Più maiali (e cinghiali), meno cavalli. Il grido psicopatico dei gabbiani non si accoppierà al nitrito spaventato degli equini. La possibile chiusura dell’ippodromo di Capannelle – il Comune ha indetto una gara per la gestione – è un colpo al cuore dei romani ma non cambierà più di tanto il profilo zooiatrico di Roma città mai così aperta, già così radicalmente segnato dai gusti in fatto di bestie dei Casamonica e dalle nuove catene alimentari del centro. I ragazzi amichevoli di Domina Maria non dovranno essere spediti sul lungotevere a spalare per punizione le immani cacche degli eredi sfrattati e spelacchiati di Varenne. L’amministrazione pentastellata rassicura: non finiranno in strada o sotto i ponti le centinaia di equini sfrattati da Capannelle, né diventeranno sofisticate bistecche per anemici. Anche se poi resta il mistero di che sarà di loro e, soprattutto, delle decine di famiglie dei nuovi disoccupati. Per non parlare della nuova destinazione d’uso di un impianto unico per storia, in un’area che è archeologia e folclore. Nella Roma sfregiata di questi anni, la chiusura di Capannelle sarebbe un altro pezzo di mitologia ingoiato dal burrone dalla pochezza dei governanti. Come la Magnani, Sordi, Fabrizi, come Petrolini e Checco Durante, come i fagottari a Ostia, diventeranno polvere i Mandrake e i Pomata, tutti i cavallari che hanno alimentato con le loro storie strepitose e rovinose la leggenda di una febbre unica al mondo.

fonte: http://www.roma.corriere.it

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