Home Comunicato stampa Belluno. Uccisione del cervo Bambotto. Scatta la denuncia di LNDC: “Cacciatori, un pericolo per tutti”.

Belluno. Uccisione del cervo Bambotto. Scatta la denuncia di LNDC: “Cacciatori, un pericolo per tutti”.

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Era ben voluto da tutta la comunità locale, dai turisti e da tutti i bambini. Ma questa sua fiducia nell’essere umano gli è costata la vita, spezzata da un cacciatore che lo ha ucciso senza alcuna pietà. LNDC Animal Protection, pur ricordando l’inefficacia delle leggi vigenti a tutela della fauna, si rivolge alla magistratura per valutare se comunque queste siano state quanto meno rispettate. Piera Rosati – Presidente LNDC Animal Protection: “I cacciatori ormai si sentono liberi di uccidere qualunque essere vivente e in qualunque luogo, non è più tollerabile”  

Bambotto era cresciuto nella frazione di San Tommaso Agordino, in provincia di Belluno, 7 anni fa. Sua madre, dopo averlo partorito, lo aveva portato in paese per farlo conoscere a quella comunità che aveva già accolto con amore lei e di cui lei si fidava. In questi 7 anni la vita di Bambotto è stata serena, era diventato un po’ la mascotte del paese ed era ben voluto da tutti, grandi e bambini. Mangiava dalle mani delle persone e a volte si accomodava anche nelle case private, senza creare problemi.

La fiducia verso gli esseri umani che Bambotto aveva imparato dalla madre, però, è stata mal riposta. Questo bellissimo e maestoso cervo, infatti, è stato ucciso alcuni giorni fa da un cacciatore 23enne. Sul caso è intervenuto anche un consigliere regionale veneto Andrea Zanoni, che ha dichiarato: “La legge attuale sulla caccia e il calendario venatorio della Regione del Veneto hanno consentito a questo ragazzino di uccidere un animale amico degli abitanti, dei turisti e di tutti i bambini”.

Quello che ha detto il consigliere Zanoni è tristemente vero. Le leggi non tutelano in modo corretto la fauna selvatica e vengono concesse troppe deroghe che permettono ai cacciatori di fare il bello e il cattivo tempo. Ricordiamo anche che, all’inizio dell’anno, il Governo nazionale ha approvato un emendamento che consente la caccia praticamente ovunque, anche nei centri abitati e nelle aree protette. Una cosa veramente grave contro la quale abbiamo protestato energicamente e contro cui continueremo a combattere, come contro l’attività venatoria in generale. La caccia non è uno sport, non è un hobby, non è un’attività meritoria. La caccia è solo e soltanto una forma di crudeltà messa in atto da persone che girano armate e rappresentano un pericolo per l’intera comunità, oltre che per gli animali. Allo stesso tempo, voglio comunque ricordare che rendere i selvatici confidenti, come in questo caso, è un grosso rischio per la loro incolumità anche se fatto in buona fede e quindi sarebbe opportuno evitarlo”, commenta Piera Rosati – Presidente LNDC Animal Protection.

Il consigliere regionale Zanoni ha affermato che l’uccisione di Bambotto è stata fatta a norma di legge, ma su questo LNDC Animal Protection vuole vederci chiaro e verificare che il giovane cacciatore in questione abbia realmente rispettato le regole previste, seppur inefficaci. Per questo l’Associazione sporge denuncia e lascerà che sia la magistratura a valutare se questo drammatico episodio per la comunità di Pecol configura un reato sanzionabile dalla normativa vigente.

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