Home Comunicato stampa Bolzano. Lupi: la Provincia non rispetta la Legge Europea e grida “Al lupo, al lupo”.

Bolzano. Lupi: la Provincia non rispetta la Legge Europea e grida “Al lupo, al lupo”.

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Pro Natura e Green Impact si appellano ai Giudici del TAR di Bolzano affinché si rivolgano alla Corte Europea di Giustizia per ottenere un parere interpretativo sulla conformità giuridica delle azioni della Provincia.

Negli ultimi decenni, la Provincia di Bolzano non ha mai regolarmente promosso pratiche di allevamento dotate di adeguati sistemi di prevenzione nei confronti dei predatori selvatici, generando conflitti con le politiche europee di conservazione delle specie minacciate di estinzione, soggette a regimi vincolanti di protezione, coesistenza e, in casi estremi, interventi non letali.

Le leggi provinciali che si sono susseguite negli anni sul pascolo e sul prelievo dei lupi hanno permesso agli operatori agricoli di non utilizzare recinzioni, cani da guardiania o la presenza continua di un pastore, in palese violazione della normativa europea. Infatti, la quasi totalità delle malghe sono elencate nella legge del giugno 2023 come non idonee a pratiche di protezione del gregge.

I metodi di pascolo locali prevedono una presenza discontinua del pastore e una dispersione del gregge, con un utilizzo inadeguato di cani da guardiania, spesso sostituiti da cani da conduzione, e scarso uso di recinti elettrificati, nonostante i sussidi a disposizione erogati tramite l’UE.

Per questo motivo, Pro Natura e Green Impact hanno presentato un atto di intervento che si unisce al ricorso al TAR promosso dalle associazioni LEIDAA, OIPA e LEAL contro la Provincia di Bolzano, l’ISPRA e il Comune di Malles Venosta, volto a contestare la legittimità dell’uccisione di due lupi disposta dalla Provincia di Bolzano.

«È come lasciare la porta di casa spalancata con oggetti in bella vista e poi sparare ai ladri, beneficiando del premio assicurativo – dichiarano Pro Natura e Green Impact – il lupo è una risorsa, non un problema. Il suo ritorno sulle Alpi va salutato: dimostra che possiamo ancora salvare la biodiversità. Qualche rischio è inevitabile in ogni attività, ma la prevenzione, prevista dalle norme europee, funziona e riduce quasi a zero gli attacchi al bestiame».

Il lupo ucciso con autorizzazione provinciale nella notte tra il 12 e il 13 agosto, a 2.800 metri di altitudine – il primo in Italia dopo 50 anni – apparteneva alla popolazione locale attualmente minacciata di estinzione secondo gli ultimi riscontri scientifici. Il fatto che, al momento dell’uccisione, il declassamento della specie non fosse ancora stato recepito in Italia costituisce un’ulteriore aggravante.

Le predazioni sul bestiame da parte del lupo si attestano in Europa mediamente allo 0,07% della popolazione ovicaprina, e nel caso dell’Alto Adige i dati risultano addirittura inferiori.

Va inoltre sottolineato, ad esempio, che la Provincia incarica i cacciatori di uccidere migliaia di ungulati all’ anno (+16.000 nel 2023) a causa dei danni alle attività agropastorali, mentre questi

stessi animali potrebbero essere regolati naturalmente dai lupi a costo zero, semplicemente affidandosi all’equilibrio ecologico senza interventi umani.

La sottrazione di prede naturali del lupo per mezzo di cacciatori crea un disequilibrio nella catena alimentare naturale, a svantaggio delle attività pastorali.

Va infatti ricordato che il lupo, in quanto predatore naturale, alimentandosi contribuisce a svolgere un ruolo fondamentale nel mantenimento di adeguati livelli di biodiversità.

In Alto Adige esistono tuttavia alcune realtà virtuose che seguono le indicazioni della legge europea, adottando sistemi di prevenzione efficaci. Queste realtà dimostrano come sia possibile convivere con i lupi senza subire danni significativi. Sono questi i modelli da seguire per adattarsi al cambiamento.

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