Home Animali marini Foresia: l’incredibile “autostop” nel regno animale per la sopravvivenza.

Foresia: l’incredibile “autostop” nel regno animale per la sopravvivenza.

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La natura non smette mai di sorprenderci con le sue stranezze: dalle orche che sembrano sfoggiare “cappelli” di salmone ai vombati che producono feci cubiche. Ma quando Rochelle Constantine, nel Golfo di Hauraki in Nuova Zelanda, ha avvistato uno squalo mako di quasi tre metri con un grande polpo arancione saldamente ancorato sulla testa, ha compreso di essere testimone di un evento insolito. “È stata una di quelle giornate fortunate in cui la natura si svela in modo inaspettato,” commenta Constantine, ecologa marina dell’Università di Auckland.

Nonostante condividano lo stesso ambiente vasto, l’oceano, squali e polpi frequentano zone ben distinte, come spiega Constantine. Lo squalo mako, ad esempio, è prevalentemente pelagico, vivendo in mare aperto, mentre il polpo neozelandese è una specie bentonica, strettamente legata ai fondali marini.

“La loro insolita compresenza è quindi sorprendente,” commenta Constantine. I ricercatori hanno osservato questa strana coppia per una decina di minuti, battezzandola scherzosamente “sharktopus”, prima che si allontanasse, lasciando il loro destino avvolto nel mistero. “Abbiamo preferito non interferire,” aggiunge Constantine.

Sebbene la vista di uno squalo con un polpo in “autostop” abbia stupito sia gli scienziati che il pubblico, il fenomeno del trasporto di un organismo da parte di un altro, noto come foresia, è ben documentato in biologia, soprattutto tra piccole creature come insetti e invertebrati con limitate capacità di movimento autonomo.

I polpi, tuttavia, non sono noti per questo comportamento, nonostante le loro ventose sembrerebbero ideali. “Probabilmente gli animali che potrebbero trasportarli – foche, leoni marini, delfini e squali – sono anche loro predatori,” ipotizza Constantine, rendendo l’inedito “sharktopus” un enigma ancora più affascinante.

A differenza degli incontri casuali tra animali, la foresia risponde a precise necessità, come la ricerca di partner o il completamento di fasi cruciali del ciclo vitale. “La dispersione è un elemento chiave che influenza il flusso genico e la struttura delle popolazioni,” sottolinea Andrew Bartlow, ecologo del Los Alamos National Laboratory. Spostarsi, quindi, è una questione vitale per l’individuo e per l’intero ecosistema. Uno studio del 2020 pubblicato su Biological Reviews da Bartlow e dal suo collega Salvatore Agosta ha rivelato, dopo un’ampia analisi della letteratura scientifica, osservazioni di foresia in ben 13 phyla, 25 classi e 60 ordini animali, suggerendo un’evoluzione convergente di questo comportamento in diversi rami dell’albero della vita. Esempi classici includono le remore che si ancorano a grandi animali marini come gli squali balena e i cirripedi che si fissano alla pelle delle balene o al carapace delle tartarughe. Ma il fenomeno abbraccia anche scarafaggi che viaggiano sulle formiche, copepodi sulle meduse, anostraci sulle trote, dafnie sui cinghiali, millepiedi sugli uccelli, anemoni sui granchi e cavallette sulle pecore. Senza dimenticare gli acari, che rappresentano la maggior parte delle nostre conoscenze sulla foresia.

Prendere un passaggio da un animale molto più grande ha i suoi svantaggi. Immaginate di essere uno pseudoscorpione, un minuscolo aracnide delle dimensioni di una capocchia di spillo.

A differenza dei loro cugini scorpioni, gli pseudoscorpioni non hanno code velenose, ma hanno artigli dall’aspetto simile che talvolta usano per aggrapparsi a insetti più grandi, come lo scarabeo arlecchi.

Afferrando questi coleotteri, gli pseudoscorpioni non ottengono solo un passaggio gratuito in una nuova zona: ottengono una consegna mirata, perché i coleotteri a cui si associano sono appena diventati adulti e a loro volta sono alla ricerca di alberi di ficus appena caduti, dove depongono le uova.

Inoltre, ogni coleottero può trasportare più pseudoscorpioni mentre è in volo, il che significa che il tragitto mattutino è ottimo anche per gli pseudoscorpioni in cerca di partner. I maschi si affrontano persino sul dorso di questi coleotteri, facendo cadere i rivali ogni volta che ne hanno l’occasione. Una volta che un maschio si ritrova a essere l’unico, può corteggiare le femmine a bordo e iniziare il processo di fecondazione delle loro uova.

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