Home Attualità Gli animali e l’apprendimento delle lingue: cosa dice la scienza.

Gli animali e l’apprendimento delle lingue: cosa dice la scienza.

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Dagli elefanti che si salutano con un battito di orecchie ai capodogli che modulano i loro schiocchi, fino alle colonie di ratti talpa nudi con accenti unici, la comunicazione animale si rivela sempre più complessa. Ma questa diversità di linguaggi solleva una domanda: è possibile che un animale comprenda il linguaggio di un’altra specie?

È sorprendente come alcuni animali non solo comprendano i suoni di altre specie, ma li utilizzino a proprio vantaggio. Tuttavia, molte domande rimangono aperte. Innanzitutto, è fondamentale chiarire che il termine “linguaggio” è usato metaforicamente quando ci riferiamo agli animali. Mentre gli esseri umani possiedono un sistema di comunicazione complesso e unico, la ricerca sugli animali si concentra sull’analisi di singoli segnali e del loro significato specifico.

Il linguaggio, inteso come sistema di comunicazione complesso e strutturato, è una caratteristica distintiva degli esseri umani. Quando studiano gli animali, gli esperti adottano un approccio più pragmatico, concentrandosi sull’analisi di segnali specifici e delle loro funzioni comunicative, piuttosto che proiettare concetti antropocentrici.

Gli uccelli sono tra gli animali più studiati per la loro capacità di comprendere i suoni di altre specie. Ad esempio, uno studio sulla migrazione degli uccelli canterini ha suggerito che alcuni individui solitari potrebbero riconoscere i richiami di altri uccelli lungo il loro percorso, probabilmente per orientarsi meglio e rimanere al sicuro.

Comprendere un linguaggio è diverso da saperlo usare. Il drongo dalla coda biforcuta (Dicrurus adsimilis), un piccolo uccello africano, è un maestro in questo. Ha sviluppato un’abilità straordinaria: imitare i richiami di altre specie per ottenere cibo. Spesso segue animali come i suricati, sperando di rubare loro il cibo. Il biologo Thomas Flower ha osservato che questi uccelli emettono richiami di allarme per spaventare i suricati e costringerli a rifugiarsi nelle tane, lasciando il cibo incustodito.

A quel punto, i dronghi approfittano della situazione per sottrarre il cibo lasciato incustodito. Tuttavia, questa strategia ha un limite: con il tempo, i suricati capiscono il trucco e smettono di reagire ai richiami. Ed è qui che il drongo dimostra la sua intelligenza. Quando il suo richiamo di allarme smette di funzionare, inizia a imitare i segnali di altre specie, persino il richiamo di allarme dei suricati stessi. Alternando costantemente le imitazioni, riesce a mantenere alta l’attenzione delle prede e a continuare i suoi furti.

La capacità di alcuni animali di apprendere e utilizzare i suoni di altre specie in modo flessibile è sorprendente. Il drongo, ad esempio, dimostra di poter adattare il suo comportamento in base alle circostanze. Se un richiamo non funziona più, ne impara un altro più efficace.

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