Attualità Pet therapy Non è ‘Pet Therapy’: La Guida Essenziale agli Interventi Assistiti con Animali. Di PetNews24 Scritto: 10 Dicembre 2025 7 minuto/i di lettura L’Associazione “Anche noi a cavallo” in Friuli offre Interventi Assistiti con Animali (IAA) a persone affette anche da sindromi genetiche e patologie rarissime. Come spiega la psicoterapeuta Marianna Di Fiore: “Ogni intervento è rigorosamente personalizzato in base alle esigenze individuali”. A Porcia (Pordenone), l’Associazione “Anche noi a cavallo” lavora da quasi 40 anni con persone con disabilità, sindromi rare e autismo, utilizzando un approccio multidisciplinare e altamente personalizzato. La psicoterapeuta Marianna Di Fiore spiega la differenza tra la vecchia ‘pet therapy’ e gli attuali Interventi Assistiti con Animali (IAA). Nella campagna friulana di Porcia, l’associazione “Anche noi a cavallo” è un punto di riferimento da quasi quarant’anni. Nata nel 1987 come Centro di ippoterapia, l’organizzazione ha aiutato centinaia di persone, dai 2 ai 90 anni, a migliorare la qualità della loro vita attraverso il contatto con gli animali, in particolare i cavalli. A guidarci alla scoperta delle attività dell’associazione e a spiegare il ruolo degli amici a quattro zampe è Marianna Di Fiore, psicologa e psicoterapeuta, specializzata nei disturbi del neurosviluppo, nel trattamento dell’autismo e negli Interventi Assistiti con Animali (IAA). La Nuova Frontiera degli Interventi con Animali Dottoressa Di Fiore, cosa sono esattamente gli Interventi Assistiti con Animali? “Un tempo si parlava genericamente di pet therapy. Tuttavia, dal 2015, con le Linee guida nazionali del Ministero della Salute, gli interventi sono stati distinti in tre categorie ufficiali: Terapie Assistite, Attività Educative e Attività Ludico-Ricreative. Nel nostro Centro le pratichiamo tutte. Le Terapie con Animali, in particolare, sono prestazioni sanitarie a tutti gli effetti, tanto da essere incluse tra le spese deducibili (in presenza di Legge 104) o detraibili per tutti gli altri utenti.” Con quali animali lavorate? “Le terapie possono essere svolte con le cinque specie animali finora riconosciute come scientificamente efficaci: cavallo, cane, gatto, asino e coniglio. Qui abbiamo una dozzina di cavalli, due asinelli, tre conigli, tre gatti e tre cani (un Bovaro del Bernese, un Border Collie e un meticcio). Ogni progetto è personalizzato e può coinvolgere una o più specie, a seconda dei bisogni della persona. Ad esempio, in presenza di una sindrome o malattia rara con deficit fisici, lavoriamo spesso con il cavallo, che offre una stimolazione corporea particolarmente intensa.” “In passato si parlava solo di ‘ippoterapia’, un metodo che continuiamo a utilizzare. Per i pazienti con tetraparesi o diparesi usiamo il sollevatore per montarli a cavallo. Per i più leggeri, adottiamo la tecnica del ‘maternage’, dove l’operatore monta in sella con il paziente, tenendolo tra le braccia. Usiamo selle speciali, redini dedicate o fascioni che aiutano a stimolare la muscolatura addominale. Oggi, però, a differenza della vecchia ippoterapia, gli interventi sono più ampi. Non sempre è necessario far salire la persona a cavallo; a volte la componente relazionale è più importante di quella fisica. In questi casi, utilizziamo anche un trattamento ispirato al modello Parelli, interamente focalizzato sulla comunicazione: il bambino guida il cavallo con lo sguardo o con piccoli movimenti del corpo.” “La differenza fondamentale è che gli Interventi Assistiti prevedono la presenza di un’équipe multidisciplinare. C’è il Responsabile di Progetto; il veterinario, che rilascia le certificazioni sanitarie e comportamentali per ogni animale; il coadiutore dell’animale, che è uno specialista della specie; e il referente d’intervento (psicologo, logopedista, terapista occupazionale), che porta avanti gli obiettivi stabiliti. Insomma, è un vero e proprio lavoro di squadra con professionisti specializzati in IAA.” “La convivenza con un animale in casa è una risorsa preziosa, con studi che confermano l’aumento di ossitocina ed endorfine in presenza del proprio pet. Ma negli Interventi Assistiti la differenza è cruciale: c’è un progetto, una diagnosi, obiettivi chiari e personale qualificato. Inoltre, gli animali coinvolti sono dotati di certificazioni sanitarie e comportamentali specifiche. Non basta avere un animale ‘buono’, serve l’animale ‘adatto’ al singolo caso. Per esempio, per un adolescente problematico può essere utile un cavallo sicuro di sé. Nelle sindromi rare con disprassia motoria, invece, servono cavalli fisicamente idonei, magari più asciutti, per non causare dolore al cavaliere. Ogni scelta è fatta su misura.”