Canili Comunicato stampa Cronaca SOS Animali Pavia. Mattanza al rifugio “Cuori liberi”. Uccisioni non dichiarate in nessun verbale. Associazioni: “Il Tar condanni l’ATS locale”. Di PetNews24 Scritto: 25 Gennaio 2024 7 minuto/i di lettura Le associazioni Progetto Cuori Liberi, LAV, LNDC Animal Protection e Vita da Cani, con la Rete dei Santuari di animali liberi, chiedono al TAR della Lombardia di condannare il comportamento dell’ATS di Pavia, che ha agito abbattendo i maiali del santuario senza aspettare che il tribunale si pronunciasse in merito. In attesa dell’udienza, che definirà la legittimità o meno delle operazioni di uccisione del 20 settembre, la camera di consiglio odierna condanni la mancanza del verbale delle operazioni, che ATS non ha redatto Quello che è successo al rifugio Cuori Liberi di Sariano, in provincia di Pavia, ha scosso tutta Italia e non potrà essere dimenticato. 10mila persone sono scese in piazza a Milano, ed altre 7mila a Roma, per chiedere giustizia per Crosta, Freedom, Pumba, Crusca, Dorothy, Bartolomeo, Ursula, Carolina, Mercoledì e Spino, i maiali uccisi in modo spietato nonostante fossero a tutti gli effetti animali da compagnia e non rappresentassero in alcun modo, per le modalità in cui venivano gestiti, un veicolo di trasmissione della Peste Suina Africana. Ma anche per chiedere che quanto accaduto non si ripeta mai più. Dal momento in cui è stata ordinata l’uccisione di questi animali, è stato tentato di tutto per evitare che l’esecuzione venisse eseguita. Oltre a presidiare costantemente la struttura, arrivando ad essere caricati dalla polizia il 20 settembre 2023, le Associazioni Progetto Cuori Liberi, LAV, LNDC Animal Protection e Vita da Cani si sono appellate al TAR per chiedere che l’ordinanza di abbattimento venisse sospesa ma l’ATS di Pavia non ha nemmeno aspettato che il tribunale si pronunciasse ed ha portato a termine una misura tanto cruenta quanto irreversibile. “Nel corso del procedimento davanti al tribunale amministrativo, abbiamo richiesto alla ATS tutta la documentazione relativa a questo caso ma non ci è stato fornito il verbale relativo alle attività svolte il giorno di esecuzione della condanna a morte”, fanno sapere i legali delle associazioni, Michele Pezone e Herbert Simone. “A seguito del nostro ricorso per ottenere anche quel documento, la ATS ha dichiarato che tale documento non esiste perché, secondo la stessa ATS, non sarebbe stato necessario redigerlo. Siamo convinti che si tratti di un comportamento totalmente illegittimo, dato che tutte le operazioni esecutive svolte da pubblici funzionari devono essere descritte e verbalizzate. Per questo chiediamo che il TAR sanzioni la condotta dell’ATS condannandola a sostenere le spese processuali sostenute per la richiesta di tale documento”. “Siamo ancora in attesa che venga fissata l’udienza in cui andremo finalmente a discutere nel merito l’ordinanza che ha decretato l’uccisione dei maiali del rifugio. Nel frattempo, questa udienza rappresenta un primo passo per dimostrare la scarsa trasparenza dell’ATS di Pavia nello svolgimento delle operazioni e l’illegittimità di tutta questa vicenda, a partire dalla decisione di uccidere Crosta, Freedom, Pumba, Crusca, Dorothy, Bartolomeo, Ursula, Carolina, Mercoledì e Spino. La nostra battaglia per avere giustizia non è ancora finita. Non riporterà loro in vita, ma speriamo di creare un importante precedente di tutela degli animali a 360 gradi”, dichiarano Progetto Cuori Liberi, LAV, LNDC Animal Protection e Vita da Cani. L’ingiustizia perpetrata ai danni di animali liberi, non più vittime del circuito della produzione zootecnica, e ai danni degli umani che hanno fatto di tutto per difenderli non è accettabile. I santuari e i rifugi sono luoghi di riscatto e speranza, dove individui considerati alla stregua di oggetti tornano ad essere individui, hanno un nome, vedono finalmente rispettate le proprie esigenze e la propria dignità. I santuari e i rifugi sono luoghi di legalità, che spesso collaborano con le procure di tutta Italia per offrire una casa ad animali sequestrati perché vittime di maltrattamenti. Ciò deve essere considerato dalla legge, che deve prevedere protocolli sanitari speciali per questi luoghi, che non sono allevamenti. La battaglia continua nelle aule del tribunale ma anche nei palazzi delle istituzioni. –Concludono le associazioni