Associazioni Sociale WWF sulla chiusura del centro recupero fauna selvatica: “Mancano pochi fondi per salvare gli animali”. Di PetNews24 Scritto: 3 Dicembre 2024 3 minuto/i di lettura Il Centro Recupero Fauna Selvatica (CRAS) di Pescara resta chiuso, e il WWF denuncia l’assenza di fondi sufficienti per garantire il soccorso degli animali in difficoltà. L’associazione ambientalista esorta le istituzioni competenti a intervenire con urgenza per organizzare un nuovo sistema di recupero e cura della fauna selvatica. Durante una manifestazione davanti ai cancelli chiusi del CRAS, Filomena Ricci, delegata regionale del WWF, ha ribadito l’allarme già lanciato nei giorni scorsi: «Siamo soddisfatti che la nostra denuncia abbia stimolato reazioni, ma ora è necessario agire. In Abruzzo non esistono più strutture operative per curare gli animali selvatici feriti o in difficoltà. È scandaloso per una regione che un tempo si definiva amica della natura e che ora sembra voltare le spalle alla tutela ambientale». Il CRAS di Pescara, gestito dal Reparto Carabinieri Biodiversità e riconosciuto dalla Regione Abruzzo, era un punto di riferimento per la cura della fauna selvatica. In passato ha accolto centinaia di animali, tra cui passeriformi, rapaci, mammiferi e rettili, riuscendo a restituire alla libertà circa il 40% degli esemplari trattati. Tuttavia, la chiusura è attribuita principalmente alla mancanza di fondi, aggravata dalla decisione della Regione di finanziare altre attività, come associazioni venatorie e piani di abbattimento, invece di sostenere il recupero della fauna selvatica. «La chiusura del CRAS condanna molti animali a sofferenze inutili e lascia i cittadini senza alcun supporto nel caso trovino esemplari in difficoltà» , spiega il WWF. Il WWF sollecita le istituzioni a prendere in carico la situazione e ripensare l’organizzazione del recupero della fauna in Abruzzo: Potenziare il CRAS di Pescara con nuove attrezzature e personale. Creare una rete di centri di soccorso distribuiti sul territorio. Collaborare con aree protette, Università e associazioni di volontariato, sfruttando competenze e risorse già disponibili. «Non possiamo più tollerare che gli animali restino abbandonati al loro destino. La chiusura del CRAS deve essere l’occasione per riprogettare un sistema di soccorso efficiente, ma bisogna agire subito» , conclude Ricci.