Home Attualità Entro il 2070 la convivenza tra esseri umani e animali selvatici aumenterà: rischi di conflitti e pandemie.

Entro il 2070 la convivenza tra esseri umani e animali selvatici aumenterà: rischi di conflitti e pandemie.

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Capire quanto gli esseri umani e la fauna selvatica si sovrappongano nello spazio e nel tempo è essenziale per la conservazione della biodiversità e il mantenimento dei servizi ecologici. Le previsioni, però, non sono incoraggianti: entro il 2070, si stima che la sovrapposizione tra uomo e animali aumenterà del 56,6% su tutto il pianeta. Questo è quanto emerge da uno studio dell’Università del Michigan guidato da Neil Carter. Secondo il rapporto, i rischi sono evidenti: alterazioni della biodiversità e un aumento delle probabilità di future pandemie.

Attualmente, gli esseri umani occupano quasi il 75% delle terre emerse, ma entro cinquant’anni questa percentuale potrebbe aumentare del 57%. “Ci sono luoghi, come le foreste, dove la presenza umana è minima e dove inizieremo a vedere più attività e interazioni con la fauna selvatica”, avverte Neil Carter nello studio. “Le persone stanno intensificando le loro pressioni e gli impatti negativi sugli ecosistemi. Questo contribuisce alla crisi di perdita di biodiversità che stiamo vivendo.”

I rischi non riguardano solo gli esseri umani. Se le previsioni dello studio si avvereranno, le epidemie potrebbero diventare molto più frequenti. Circa il 75% delle malattie infettive è zoonotico, ovvero può essere trasmesso dagli animali all’uomo, come è accaduto con il Covid-19, l’influenza suina e l’aviaria. Secondo il report, l’espansione umana sarà particolarmente pronunciata nelle aree a densità di popolazione elevata, come Cina e India. Tuttavia, anche le regioni forestali e agricole del Sud America e dell’Africa potrebbero essere significativamente interessate. In Europa, invece, si prevede un aumento più contenuto, intorno al 20%.

Lo studio di Carter ha l’obiettivo di orientare i politici affinché possano “prevenire i conflitti tra esseri umani e animali selvatici e concentrarsi maggiormente sulla conservazione della biodiversità”. È fondamentale capire in quali regioni le persone e gli animali selvatici tenderanno a sovrapporsi per evitare “l’aumento della diffusione virale proveniente dalla fauna selvatica”, ha dichiarato Kim Gruetzmacher, veterinario e ricercatore per la conservazione della fauna selvatica, al Guardian.

“La stragrande maggioranza delle malattie infettive emergenti, fino al 75%, che possono portare a epidemie e pandemie, ha origine da animali non umani, per lo più dalla fauna selvatica,” ha spiegato Gruetzmacher. “Non è la fauna selvatica in sé a rappresentare un rischio, ma piuttosto il nostro comportamento e il tipo di contatto che abbiamo con essa.”

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