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Gli animali non hanno passaporto.

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Nel corso dell’ultimo paio di secoli, c’è stata una serie di ricchi inglesi, uomini e donne, venuti a vivere in Italia per godersi la sua arte e i suoi paesaggi. Alcuni sono stati relativamente innocui, non più parassiti di quanto lo sarebbero stati a casa loro; mentre altri sono arrivati, si sono divertiti e ne hanno saccheggiato anche l’arte e la cultura. Ma di tanto in tanto, arrivava un inglese ricco che non lasciava come contributo solo il ricordo del suo appetito per il cibo, le donne e i dipinti del rinascimento. E mi piacerebbe raccontare la storia di uno di loro, un uomo le cui opere buone vivono ancora in tutta Italia a più di settant’anni dalla sua morte.

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