Ambiente Comunicato stampa Cronaca LNDC. Lupo declassato: il Parlamento Europeo ha votato e scelto la politica contro la scienza. Di PetNews24 Scritto: 9 Maggio 2025 11 minuto/i di lettura Lupo (Canis lupus) declassato Il Parlamento Europeo ha votato e scelto la politica contro la scienza LNDC Animal Protection e Green Impact denunciano un grave arretramento nella tutela della biodiversità, basato solo su allarmismi mediatici infondati e non su dati scientifici, ignorando totalmente la volontà dei cittadini e della comunità scientifica e assecondando i voleri della lobby degli allevatori, già ampiamente indennizzati per le poche perdite dovute a predazioni Il Parlamento Europeo ha ufficialmente approvato oggi il declassamento del lupo, spostandolo dall’Allegato IV (protezione rigorosa) all’Allegato V della Direttiva Habitat. Una decisione che conferma la Proposta della Commissione Europea, fortemente voluta dalla Presidente Ursula Von der Leyen, che da tempo si era espressa pubblicamente a favore della misura, anche a seguito della presunta uccisione del suo pony da parte di un lupo nel 2021. A difesa della tutela del lupo si è levata solo la voce del gruppo The Left, a cui aderiscono anche gli eurodeputati del Movimento 5 Stelle, che ha espresso la propria contrarietà in aula sottolineando la totale assenza di basi scientifiche solide e i profondi dubbi sulla regolarità della procedura che ha condotto a questo voto. Hanno votato contro il declassamento in blocco il gruppo The Left e Greens mentre la Commissione Ambiente del Parlamento UE ha inspiegabilmente rinunciato ad aprire un dibattito in merito, accettando invece una procedura d’urgenza, una scorciatoia istituzionale non giustificata da alcuna reale emergenza e in palese contrasto con il principio democratico della trasparenza. Come già sottolineato da Green Impact e LNDC Animal Protection, il declassamento si fonda su un report tecnico redatto da una società di consulenza privata, pagata dalla stessa Commissione, e i cui dati non sono mai stati validati da enti scientifici indipendenti o università. Contro questa decisione si sono già espressi oltre 700 scienziati e istituzioni autorevoli, tra cui la IUCN e la Large Carnivore Initiative coordinata dal biologo Luigi Boitani, denunciando l’infondatezza scientifica della proposta. Centinaia di associazioni ambientaliste e altre realtà della società civile hanno chiesto a gran voce il ritiro della proposta, inviando lettere alla Commissione, agli Stati Membri e agli europarlamentari. Tuttavia, il voto di oggi conferma che la scienza e la cittadinanza attiva sono ormai escluse dalle decisioni politiche dell’UE. L’iter procedurale che ha portato a questo risultato presenta gravi irregolarità, tra cui l’assenza di scrutinio da parte del Parlamento nel 2024 sulla posizione UE alla Convenzione di Berna, e la mancata applicazione del voto all’unanimità in sede di Consiglio UE lo scorso marzo, come invece richiesto dalla Direttiva Habitat per le modifiche all’Allegato IV. Il prossimo passaggio sarà il voto del Consiglio Europeo previsto per giugno, che purtroppo si prevede puramente formale. L’Italia, appoggiando questa scelta, perde la battaglia per la salvaguardia del Canis lupus italicus, una sottospecie unica al mondo, oggi simbolo di biodiversità e risorsa per l’economia sostenibile. Il lupo – oltre ad avere un valore intrinseco come essere vivente con una propria dignità – ha un ruolo centrale nella tutela della biodiversità, attira turisti, sostiene posti di lavoro, competenze, progetti ambientali e scientifici sviluppati negli ultimi 50 anni, resi possibili proprio dalla sua tutela legale introdotta nel 1980. Oggi si rischia di vanificare tutto questo progresso, ripiombando in una cultura anacronistica che negli anni ’70 aveva portato all’estinzione quasi totale della specie in Italia, con appena 100-200 individui sopravvissuti sull’intero territorio nazionale. Un passo indietro dettato dalla volontà di assecondare allarmismi mediatici infondati, ignorando la realtà dei fatti: le predazioni del lupo rappresentano solo lo 0,07% delle cause di mortalità del settore ovicaprino, che già beneficia di cospicui fondi europei attraverso la PAC, sia per i risarcimenti che per la prevenzione (spesso ignorata dagli stessi allevatori). Contrariamente a quanto sostenuto dai fautori del declassamento, inoltre, l’Allegato IV già consente interventi mirati, inclusa l’eventuale soppressione di singoli esemplari in casi eccezionali. Lo spostamento all’Allegato V, invece, apre la strada alla caccia legale al lupo, senza alcun meccanismo di controllo o bilanciamento effettivo. La situazione è aggravata dalla totale assenza di un monitoraggio nazionale sul bracconaggio, che si stima uccida oltre 1.000 lupi all’anno solo in Italia. Un dato allarmante che rende la specie vulnerabile e già vicina al rischio di estinzione, soprattutto nell’area alpina. “L’Europa e l’Italia hanno scelto la politica sulla scienza, hanno scelto la paura sulla ragione. Noi continuiamo a scegliere il lupo, la biodiversità e il futuro. Insieme ad altre associazioni abbiamo presentato un ricorso alla Corte di Giustizia Europea chiedendo l’annullamento del declassamento dello stato di protezione del lupo. Ricorso a cui si sono unite con atto di intervento altre 17 associazioni di tutta Europa e il cui esito si avrà tra qualche mese, con la auspicata possibilità che la decisione odierna del Parlamento Europeo venga ribaltata sulla base dei dati scientifici”, dichiarano Green Impact e LNDC Animal Protection. Riferimenti: Van der Leyen e il pony – POLITICO (giugno 2024) https://www.politico.eu/article/von-der-leyen-campaigning-hard-against-the-wolf/ Ricorso alla Corte di Giustizia Europea presentato da Green Impact, LNDC Animal Protection e altre tre associazioni: https://www.greenimpact.it/wp-content/uploads/2025/02/OJ_C_202500922_IT_TXT.pdf Atto di intervento di altre 17 Associazioni al Ricorso: https://www.greenimpact.it/wp-content/uploads/2025/04/2025-LUPI-Caso-Corte-UE.-Lista-Ricorrenti-e-Atto-di-intervento.pdf Revisione indipendente della base scientifica usata dalla Commissione Europea che dimostra che la tesi del declassamento proposta dalla Commissione Europea non ha basi scientifiche: https://www.greenimpact.it/wp-content/uploads/2025/04/Wolf-Blanco-Sundseth-2023-Review-01.04.25._.pdf 700 scienziati in tutta Europa firmano contro il declassamento del lupo: https://drive.google.com/drive/folders/13Y4fuG3OpUKY7Wtw9Y2dMbfpBVeGuyMy IUCN-Large Carnivore Initiative ( Coordinata da Dr Luigi Boitani): Dichiarazione contro il declassamento del lupo: https://www.greenimpact.it/wp-content/uploads/2024/12/Traduzione-in-italiano-della-Dichiarazione-di-Large-Carnivore-Initiative-for-Europe-1.pdf +2000 scienziati contro l’impoverimento delle Direttive UE sulla Natura: https://zenodo.org/records/14864213 Lettere e altre iniziative delle associazioni e degli scienziati: https://www.greenimpact.it/science-policy-and-laws-to-prevent-the-killing-of-wolves-in-europe/ Impact of predation on livestock farming – Sheep predation by wolves in the EU accounts for only 0.07% of the total number of sheep in the EU (2024): https://www.science.org/content/article/plan-allow-wolf-hunting-europe-protect-livestock-could-backfire-some-scientists-say#:%7E:text=As%20the%20number%20of%20wolves,statement%20that%20accompanied%20the%20proposal