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Il pericolo a 4 zampe.

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Dopo la tragedia di Mascalucia torna a riaccendersi la discussione sui cani pericolosi, con un’opinione pubblica divisa tra chi esprime soprattutto turbamento per l’ennesimo caso di un bambino sbranato dai suoi cani e i cinofili che temono la criminalizzazione dei loro beniamini.
Vietare le razze più aggressive? Obbligare i cani a speciali sessioni di addestramento? E con i meticci come regolarsi? Una posizione chiara e argomentata arriva dall’Osservatorio dei cani mordaci il cui presidente, Salvatore Montemurro, è stato il primo in Europa a studiare l’inserimento nel sociale dei cani di tipo bull, tra i più discussi: “In un Paese come l’Italia dove, malgrado i tentativi degli inizi degli anni 2000, non esiste una legislazione specifica sulle razze canine definite potenzialmente pericolose, dovrebbe essere noto un principio basilare: non tutti i cani possono essere adottati da chiunque, i loro comportamenti non rispondono a logiche umane, il dialogo non può essere condotto da chi non ha acquisito capacità tecniche di interpretazione.

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