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Tanzania: l’avventura della grande migrazione.

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Un viaggio alla scoperta del mito più autentico dell’Africa: milioni di erbivori in marcia, minacciati da leoni, iene, coccodrilli….

La migrazione annuale che avviene tra il Serengeti e il Maasai Mara,in Tanzania, rappresenta uno degli eventi naturali più emozionanti al mondo. Le grandi mandrie di gnu e zebre si spostano tutto l’anno alla ricerca di cibo e acqua e sono seguite dai grandi predatori.

A governare questa marcia senza fine sono le piogge, a seguito delle brevi piogge di ottobre e novembre le mandrie si spostano verso le pianure del sud dove l’erba è fresca e nutriente, adatta per le femmine incinte, qui rimangono fino a febbraio/marzo, cioè fino al parto. L’istinto di spostarsi è più forte della paura dei leoni o dei coccodrilli che infestano i corsi d’acqua.

Lo sconfinato Serengeti – La grande migrazione ha come sfondo il meraviglioso paesaggio del Serengeti,che in lingua Masai, significa pianure senza fine. E’ il più famoso parco Nazionale della Tanzania, oltre che il più grande: copre una superficie di circa 14.763 km quadrati e confina a nord con il Parco Nazionale del Maasai Mara, in Kenya. Il parco può essere diviso in tre sezioni: Seronera Valley, che copre la parte centro-sud. Il corridoio a ovest è rappresentato dal fiume Grumeti, qui la vegetazione è più fitta. Il nord, Lobo Area, che confina con la riserva del Maasai Mara in Kenya. Tra Kenya e Tanzania non esistono recinzioni, questo perché le mandrie seguono da sempre un percorso circolare che attraversa i due paesi.

Strategie di sopravvivenza – Muoversi in branchi rappresenta per gli gnu la possibilità di salvezza, nascondendosi in un gruppo numeroso sperano di sfuggire all’attacco del predatore. Sempre seguendo questa logica si fanno “accompagnare” da zebre, gazzelle e impala. Il momento più pericoloso della migrazione è sicuramente l’attraversamento del fiume Mara, che sta proprio tra il Kenya e la Tanzania, e rappresenta una tappa obbligata per più di un milione di erbivori. Nelle sue acque però attendono pazientemente i coccodrilli che non aspettano altro che cacciare e mangiare.

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