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Cavalli per ippoterapia. Ma venivano spediti alle corse o al macello.

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«Solo loro li possono aiutare, dateci retta». E invece i poveri animali finivano merce per le corse clandestine. O, peggio, direttamente al macello. Mentre chi aveva ceduto gli stalloni si ritrovava in mano fatture intestate a soggetti inesistenti. È il traffico illegale scoperto dai carabinieri di Copparo, che hanno portato alla luce quella che ritengono una vera associazione a delinquere finalizzata alla truffa e al maltrattamento di animali. Nel registro della procura di Ferrara sono finite così otto persone, al termine di un’indagine durata oltre un anno e scaturita dalla denuncia di un allevatore copparese. Questo aveva riferito ai militari dell’Arma di essere stato truffato per una vendita di alcuni cavalli da parte di una persona della quale però non riusciva a fornire elementi sufficienti per l’identificazione. Le successive attività investigative hanno permesso invece di risalire a un gruppo di persone, di origine campana e calabrese, che avevano costituito un’organizzazione specializzata in truffe ai danni di allevatori, ignari della destinazione dei cavalli.

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