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La migrazione dei pinguini dipende dalla presenza del ghiaccio.

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I pinguini di Adelia, così come tutti i loro simili, non sono dotati dell’abilità di volare; ciò nonostante, riescono a compiere alcune delle migrazioni più estese al mondo, superando percorsi di oltre 12.000 km attraversando ampie distese di mare aperto. La chiave del loro straordinario spostamento, nonostante l’assenza del volo, risiede nel nuoto e nell’astuzia di sfruttare un elemento comune nelle acque antartiche che abitano: il ghiaccio.

Uno studio condotto dagli esperti di Point Blue Conservation Science, un’organizzazione no-profit focalizzata sulla conservazione delle specie oceaniche, e pubblicato su Ecology, svela il ruolo cruciale del ghiaccio come sorta di “taxi del mare” per questi pinguini. Quando zattere di ghiaccio si staccano dalla banchisa, i pinguini di Adelia le utilizzano per farsi trasportare, risparmiando così preziose energie durante la loro migrazione.

Questo meccanismo dimostra quanto la natura sia in grado di offrire soluzioni sorprendenti per consentire agli animali di superare le sfide della loro vita quotidiana, anche quando sembra che le caratteristiche fisiche limitino le loro capacità.

La ricerca ha concentrato la sua attenzione sui pinguini di Adelia che abitano l’isola di Ross, rappresentando la popolazione più australe di questa specie. Questa comunità affronta ogni anno la migrazione più estesa per raggiungere le aree di svernamento, dove trovano il cibo necessario e la preziosa luce solare, particolarmente fondamentale durante i sei mesi invernali in cui, al di sotto del Circolo Polare Artico, il sole non sorge.

Il processo di migrazione è agevolato dalla formazione di nuovo ghiaccio durante l’inverno, trasformando il mare aperto in una superficie solida. Tuttavia, la peculiarità di questa popolazione di pinguini di Adelia sta nel modo astuto in cui sfruttano il ghiaccio. Quando un blocco di ghiaccio di dimensioni sufficienti si stacca dalla banchisa, i pinguini di Adelia “salgono a bordo”, facendosi trasportare dalle correnti oceaniche. Queste correnti, che durante l’inverno seguono la direzione in cui i pinguini devono recarsi, diventano un prezioso mezzo di trasporto per facilitare il loro spostamento.

Attraverso l’astuto utilizzo del ghiaccio “nomade”, i pinguini di Adelia ottimizzano le loro energie, consentendo loro di prolungare i viaggi. In particolare, la popolazione di Ross Island può attraversare le considerevoli distanze che la separano dai rifugi invernali. La ricerca, basata sull’impiego di micro-ricevitori GPS applicati ai pinguini e sulla monitorazione dei loro movimenti nel corso di tre anni, ha fornito anche preziose informazioni sull’ambiente attraversato dai pinguini.

I risultati dello studio rivelano una diminuzione della presenza di ghiaccio in Antartide, indicando una ridotta possibilità di trasferimenti rapidi per i pinguini. Questa problematica non solo si riflette sulla loro migrazione, ma suggerisce anche impatti negativi su altri componenti dell’ecosistema antartico, compresi animali vitali come il krill, che costituisce una fonte alimentare cruciale per i pinguini stessi. Mentre il ghiaccio diminuisce, emerge una serie di sfide per la sopravvivenza di varie specie nell’ecosistema antartico, aprendo la strada a ulteriori riflessioni sulla necessità di preservare questo delicato equilibrio.

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