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San Cataldo (CL): esche avvelenate uccidono decine di cani, volpi e altri animali.

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Già nel 2013 nelle stesse zone si registrarono altri avvelenamenti dolosi. Sanzioni penali pesanti per chi confeziona o distribuisce bocconi avvelenati: reclusione da 3 a 18 mesi o multa fino a 30.000 euro.

A San Cataldo (CL) una silenziosa strage sta uccidendo cani e gatti domestici, ma anche randagi e, verosimilmente, anche animali selvatici (volpi e altri predatori). Nella immediata periferia della città, infatti, i residenti hanno segnalato la morte, tra atroci sofferenze, dei propri animali d’affezione; già a fine dicembre, inoltre, al WWF sono giunte segnalazioni di animali vaganti trovai morti in quelle zone. Il Sindaco, dott. Giampiero Modaffari, si è prontamente attivato dando disposizioni alla Polizia Municipale per indagare sul fenomeno ed avvertire la popolazione del rischio: nelle principali vie di comunicazione delle contrade interessate sono stati apposti cartelli che avvisano la cittadinanza della “sospetta presenza di esche avvelenate potenzialmente nocive per gli animali” – vedi link sito web del Comune:

http://www.comune.san-cataldo.cl.it/cmsnews/-1-14819/avviso-presenza-esche-avvelenate.htm

Non è la prima volta, purtroppo, che a San Cataldo si registrano simili gesti criminali. In quelle stesse contrade, per esempio, già nel 2013 furono rinvenuti diversi animali morti a causa dell’ingestione di sostanze tossiche – dichiara il Presidente del WWF Sicilia Centrale, Ennio Bonfanti -. Nonostante il fatto che questo irresponsabile, inutile e barbaro uso del veleno contro animali domestici e fauna selvatica possa determinare un grave impatto sulla salute pubblica e sulla biodiversità, in pochi collaborano con le Autorità per scoprire e denunciare i responsabili”.

Sulle cause di questo fenomeno criminale, il WWF avanza un’ipotesi: la caccia. E’ noto, infatti, che a scatenare l’avversione dei settori più retrogradi del mondo venatorio nei confronti di volpi, cani, gatti ecc. è la predazione da parte di queste specie sugli animali di interesse venatorio. Considerato che proprio le campagne sancataldesi oggi interessate dagli avvelenamenti sono le stesse che ogni anno sono frequentate da decine di cacciatori con le loro battute al coniglio, è fin troppo facile immaginare che le polpette avvelenate sparse sul territorio – in queste settimane come negli anni scorsi – siano proprio dirette ad eliminare i predatori dei conigli, così che questi mammiferi si riproducano tranquillamente ed i cacciatori non abbiano “concorrenti” quando a settembre si riaprirà la caccia.

Facciamo appello ai cittadini – prosegue Bonfanti – affinché ci aiutino ad individuare i criminali che stanno avvelenando le nostre campagne. In caso di individui o auto sospette che spargono polpette od altri alimenti, occorre chiamare immediatamente le Forze di Polizia e, ove possibile, filmare col proprio telefono cellulare la scena alla quale si assiste. Anche le Guardie zoofile e ambientali del WWF di Caltanissetta sono a disposizione del Comune e delle altre Autorità competenti, per collaborare nelle azioni di contrasto al fenomeno e per pianificare e porre in essere efficaci misure di prevenzione, indagini ed accertamenti. Chiunque volesse aiutarci con informazioni e segnalazioni, nella massima riservatezza, può contattare le Guardie WWF all’e-mail guardiewwf.caltanissetta@gmail.com”.

A tal proposito, il WWF Sicilia Centrale ricorda che la fabbricazione, detenzione, uso e distribuzione di esche e bocconi avvelenati costituisce un grave illecito punito con pesanti sanzioni penali. La legge sulla caccia n. 157/1992 (artt. 21 e 31, ammenda fino a 1.549 euro) ed il Testo Unico delle Leggi Sanitarie (art.146, reclusione da sei mesi a tre anni e un’ammenda fino a 516,46 euro) vietano espressamente di diffondere veleni. Ai sensi della legge n.189/2004 contro il maltrattamento, inoltre, per il delitto di uccisione di animali è prevista la reclusione da quattro mesi a due anni; per il delitto di maltrattamento è prevista la reclusione da 3 a 18 mesi o la multa fino a 30.000 euro.

Ai sensi dell’Ordinanza del Ministero della Salute concernente norme sul divieto di utilizzo e di detenzione di esche o bocconi avvelenati, inoltre, il proprietario o il detentore dell’animale, deceduto a causa di esche o bocconi avvelenati o che abbia manifestato una sintomatologia riferibile ad avvelenamento, deve subito segnalare l’episodio ad un medico veterinario di fiducia, che emette la diagnosi di sospetto avvelenamento, corredata da referto anamnestico. Lo stesso veterinario deve darne immediata comunicazione al Sindaco, al Servizio veterinario dell’Azienda sanitaria locale e all’Istituto zooprofilattico sperimentale, usando gli appositi moduli contenuti nell’Ordinanza.

Spetta all’ASL l’invio all’Istituto zooprofilattico di carcasse di animali deceduti per avvelenamento o dei campioni biologici da essi prelevati, nonché di esche o bocconi sospetti di avvelenamento. Qualora, infine, l’Istituto zooprofilattico accerti la presenza di sostanze tossiche o nocive, il Sindaco – entro quarantotto ore dalla ricezione del referto dell’Istituto zooprofilattico sperimentale – provvederà a mettere in atto specifiche misure anche con l’ausilio di volontari, guardie zoofile e organi di polizia giudiziaria.

Per quanto riguarda la sicurezza e l’incolumità pubblica, il WWF desidera diffondere alla cittadinanza i seguenti consigli:

– ai genitori si raccomanda di vigilare con attenzione sui bambini, che non raccolgano ed ingeriscano materiali sospetti;

– i proprietari di cani devono controllare tramite guinzaglio i movimenti dell’animale, facendogli indossare la museruola per non entrare in contatto con I bocconi avvelenati;

–  ai proprietari di altri animali domestici si raccomanda di limitarne, per quanto possibile i movimenti;

– tutti i cittadini sono invitati a non raccogliere e segnalare prontamente alla Polizia Municipale o ai Carabinieri (tel. 112), Polizia (tel. 113) o Corpo Forestale (1515) eventuali esche o materiali sospetti.

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