Attualità Pet therapy Perché le immagini di animali ci toccano il cuore: costruiscono legami emotivi tra noi. Di PetNews24 Scritto: 13 Giugno 2025 3 minuto/i di lettura Tra gli scroll continui sui social, ci sono video che catturano la nostra attenzione in modo speciale. Non si tratta di contenuti violenti o tristi, ma di immagini gioiose che rendono Internet un posto più piacevole da visitare: video di animali che fanno cose che noi consideriamo adorabili. Che sia un gattino che miagola, un cane che si tuffa in acqua con gioia o un animale selvatico che ci strappa un sorriso, l’effetto è lo stesso: questi video ci uniscono attraverso un’esperienza emotiva condivisa. Quando percepiamo questi animali come “adorabili”, la rete diventa un ponte che collega le persone attraverso sentimenti comuni. Questa è la conclusione a cui sono giunti gli autori di uno studio pubblicato su Phys.org, intitolato “Incontri affettivi digitali: il ruolo relazionale della circolazione dei contenuti sui social media”. I professori universitari Ghalia Shamayleh e Zeynep Arsel, esperti di marketing, hanno analizzato l’impatto delle immagini di animali sulla psiche degli utenti, scoprendo che queste sono particolarmente efficaci nel toccare il cuore e creare emozioni condivise. Attraverso questi contenuti, le persone non solo esprimono se stesse, ma anche il mondo in cui vivono. Gli autori dello studio hanno individuato tre fasi chiave nella condivisione di contenuti legati agli animali sui social media. La prima fase, chiamata “indexicalizzazione”, si verifica quando una persona condivide un’immagine del proprio animale domestico, rivelando aspetti della propria personalità o emozioni. Ad esempio, una foto del gatto sul divano può simboleggiare l’affettività o la tranquillità che si vuole trasmettere. La seconda fase riguarda la reazione degli altri utenti, che possono provare un contagio emotivo e interagire con il contenuto. Questo può portare alla creazione di meme, quando un’immagine privata diventa un codice condiviso e comprensibile a molti. La terza e ultima fase è la decontestualizzazione, in cui il contenuto perde il suo contesto originale e diventa parte di una bolla pubblica, accessibile e condivisibile da chiunque. Gli autori descrivono questo processo come un “incanto emozionale” che trasforma il contenuto in qualcosa di universale.