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Pet Therapy in corsia: il valore degli animali nella cura.

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Il legame tra la salute, il benessere e la presenza di animali da affezione nelle strutture sanitarie e sociosanitarie è un tema in rapida crescita in Italia. Negli ultimi anni, l’interesse verso questo ambito ha portato allo sviluppo di nuove pratiche e normative. Questo cambiamento non è guidato solo da un bisogno affettivo dei pazienti, ma è supportato da evidenze scientifiche che dimostrano i benefici degli animali sia sul piano psicologico che su quello fisico.

Questa apertura riflette il riconoscimento che la salute non è definita solo dall’assenza di malattia, ma abbraccia il benessere fisico, mentale e sociale della persona. Il contatto con l’animale domestico rappresenta una fondamentale fonte di conforto emotivo e continuità affettiva, elementi particolarmente vitali per i pazienti ricoverati. Tali benefici sono ancora più marcati per anziani, bambini o coloro che affrontano lunghe degenze.

Consentire la visita dell’animale riduce il senso di solitudine, agevola il recupero emotivo e rende l’esperienza del ricovero meno difficile e alienante. La presenza dell’animale stimola spesso la socialità, rafforza la motivazione alla cura e mantiene vivo il legame con la vita quotidiana, integrandosi come parte essenziale del percorso di benessere generale.

Nonostante la riconosciuta importanza della relazione uomo-animale per il benessere psicofisico dei pazienti, l’Italia non dispone ancora di una normativa nazionale organica che regoli in modo uniforme l’accesso degli animali da compagnia alle strutture sanitarie e sociosanitarie.

Attualmente, il riferimento principale resta la normativa regionale, che interviene a colmare il vuoto legislativo con regolamenti e delibere specifiche. Questa frammentazione comporta una forte disomogeneità territoriale, con significative differenze tra le Regioni in termini di: Requisiti igienico-sanitari; Procedure autorizzative; Tipologie di animali ammessi.

Sono le Regioni a esercitare un ruolo pionieristico, sperimentando modelli operativi ad esempio in Lombardia (Reg. Reg. 2/2017) l’accesso è consentito nei limiti e alle condizioni stabilite dalla struttura, sulla base della valutazione dei rischi, delle caratteristiche dei locali e dello stato di salute dei pazienti; la Toscana (Del. 319/2025) prevede l’ingresso di cani, gatti e altri animali da affezione (in ospedali, cliniche e RSA), purché iscritti all’anagrafe e nel rispetto di requisiti definiti (certificato veterinario, condizioni igienico-sanitarie, polizza assicurativa); nel Lazio (Decr. U00486/2018) sono state emanate Linee di indirizzo che rinviano ai Regolamenti interni delle singole strutture la definizione delle procedure di accesso.

Altre Regioni, come Emilia-Romagna, Piemonte, Calabria e Veneto, hanno adottato delibere simili, introducendo modalità di accesso regolamentate, requisiti igienico-sanitari e aree dedicate, a volte includendo l’ingresso per attività di Pet Therapy certificate.

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