Home Attualità Oggi 14 novembre è la Giornata Mondiale del Diabete. Anche cani e gatti a rischio.

Oggi 14 novembre è la Giornata Mondiale del Diabete. Anche cani e gatti a rischio.

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Il diabete non colpisce solo gli uomini ma anche i loro amici a quattro zampe: questa patologia interessa infatti, in forme diverse, anche cane e gatto e può portare a una qualità della vita ridotta e a una morte precoce. In Italia, su circa 14 milioni di cani e gatti che vivono nelle nostre famiglie, la prevalenza di questa patologia è di circa l’1-2%, ciò significa che i pet colpiti da diabete sono circa 280 mila. Uno dei fattori che causano la malattia? Come nell’uomo, uno stile di vita non corretto, sedentario e caratterizzato da cattive abitudini alimentari.

Prevenire, però, si può. Inoltre, se curato, il diabete negli animali, così come nelle persone, comporta una vita del tutto normale. Per questo MSD Animal Health, in occasione della Giornata Mondiale del Diabete che si svolgerà il 14 novembre, in collaborazione con ANMVI (Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani) e Diabete Italia, lancia il Mese del Diabete del Cane e del Gatto.

Dall’1 al 30 novembre, in quasi 2.000 ambulatori veterinari e in numerose farmacie italiane, sarà possibile approfondire la conoscenza di questa patologia e ritirare il materiale informativo per imparare a riconoscere i sintomi e ai segni del diabete negli amici a quattro zampe. Per saperne di più e scaricare l’elenco delle strutture dove è possibile trovare tutte le informazioni sul diabete veterinario, basta accedere a www.jointhefamily.com, il portale di MSD Animal Health dedicato alle famiglie a 4 zampe, ricco di contenuti e consigli pratici per la cura del cane e del gatto. Tutti i contenuti sono elaborati grazie al contributo di esperti medici veterinari, con un forte accento sull’importanza della prevenzione non solo per il proprio amico a quattro zampe ma per tutta la famiglia.

“Di solito – spiega Marco Melosi, Presidente di ANMVI, Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani – ad ammalarsi sono gli animali adulti e anziani, spesso in sovrappeso. Il cane è colpito quasi esclusivamente dal diabete di tipo 1, quello di tipo genetico, e le femmine affette risultano essere il doppio rispetto ai maschi. Anche alcune razze sono più a rischio: Setter Inglese, Terrier, Samoiedo, Schnauzer Nano, Beagle, Barbone, Dobermann Pinscher, Golden Retriever e Labrador. Nel gatto, affetto prevalentemente dal diabete di tipo 2, risultano più colpiti i soggetti castrati. A differenza del cane, in quest’ultima specie il legame tra obesità e comparsa della malattia è stato chiaramente dimostrato”.

“Le cure – prosegue il dott. Melosi – consistono in una dieta da seguire e nella terapia insulina. E bando alla sedentarietà: lunghe passeggiate per il cane e lo stimolo al gioco per il gatto sono sempre terapie preventive validissime. La diagnosi precoce rimane comunque il punto fondamentale: se il gatto o il cane sembrano comportarsi in modo diverso, se bevono di più o dimagriscono senza apparente motivo è sempre bene rivolgersi senza indugio al proprio Medico Veterinario”.

Inoltre, il diabete può dar luogo anche a complicanze: per esempio, la cataratta nel cane e la debolezza agli arti posteriori nel gatto. Una diagnosi precoce, quindi, è fondamentale e ci sono alcuni sintomi ben precisi: sete intensa e urinazione abbondante, perdita di peso malgrado l’aumentato appetito, la sonnolenza, il pelo più rado e opaco, l’assenza di auto pulizia nel gatto e la cataratta nel cane.

“Se curato – sottolinea Federico Fracassi, Medico Veterinario, Professore Associato presso il Dipartimento di Scienze Mediche Veterinarie (DIMEVET) dell’Università di Bologna e Presidente della Società Europea di Endocrinologia Veterinaria (ESVE) – il diabete animale si comporta come quello umano, ovvero può essere tenuto sotto controllo e non alterare significativamente la qualità della vita. E’ la prevenzione, soprattutto nel gatto, a rimane la prima arma per combattere la malattia” conclude Fracassi. “Occorre contrastare con determinazione obesità e sedentarietà, i nostri pet devono insomma muoversi e giocare il più possibile. Fa bene a loro così come a noi!”.

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