Home Cronaca Caccia al cervo, il Tar dell’Aquila respinge il ricorso degli animalisti: via libera anche sui cuccioli.

Caccia al cervo, il Tar dell’Aquila respinge il ricorso degli animalisti: via libera anche sui cuccioli.

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Il Tar dell’Aquila ha confermato la possibilità di cacciare i cervi, respingendo il ricorso presentato dagli animalisti del WWF, LAV e Land Animal Protection. Le associazioni avevano contestato la delibera della Regione Abruzzo, che autorizza, a partire dal 14 ottobre, l’abbattimento di 469 ungulati in due specifiche aree della provincia dell’Aquila. Per gli animalisti, questa decisione rappresenta un duro colpo alle loro battaglie per la protezione della fauna.

Tra pochi giorni prenderanno il via le battute di caccia contro cervi adulti, maschi e femmine, ma anche contro i cuccioli di età inferiore ai 12 mesi, i cosiddetti “Bambi”, simbolo del famoso film Disney.

Per la prima volta in Abruzzo, la caccia al cervo è stata inclusa nella stagione venatoria. La Regione ha giustificato il provvedimento in risposta alle lamentele degli agricoltori, colpiti dai continui “sconfinamenti” di cervi nei campi coltivati e sulle strade montane. I danni ai raccolti e gli incidenti stradali hanno spinto la giunta Marsilio a intervenire, introducendo un provvedimento che consente, di fatto, un “safari” per chi impugna fucili a canna rigata, tipici della caccia al cervo.

I partecipanti alle battute di caccia nelle montagne dell’Aquilano dovranno pagare somme considerevoli: 50 euro per ogni cerbiatto di età inferiore ai 12 mesi abbattuto, e da 100 a 250 euro per i cervi adulti, maschi e femmine. Per chi proviene da fuori regione, la quota può superare i 600 euro. Tuttavia, gli ambientalisti fanno notare che questi soldi non andranno nelle casse pubbliche, ma nelle mani degli ATC, le associazioni di rappresentanza dei cacciatori. Secondo i legali del WWF, questa è un’attività ricreativa che non ha nulla a che vedere con le motivazioni fornite dalla giunta Marsilio per giustificare il provvedimento.

I ricorrenti hanno inoltre evidenziato che nei due ambiti territoriali dove è stato autorizzato il prelievo selettivo dei cervi, la densità di animali supera di poco il limite di 2 capi per chilometro quadrato, indicato dall’ISPRA e utilizzato come riferimento dalla Regione. I valori registrati sono 2,39 e 2,56 capi per chilometro quadrato, mentre nell’Appennino Tosco-Emiliano la densità è di 12 capi per chilometro quadrato.

Nonostante la petizione online promossa dal WWF, che ha raccolto 133.000 firme a livello nazionale contro la caccia al cervo in Abruzzo, l’iniziativa è servita più che altro a sollevare un ampio dibattito pubblico. Ora la questione passa alla politica: venerdì prossimo la Commissione Agricoltura della Regione si esprimerà con un voto finale sulla delibera, dopo un lungo ciclo di audizioni con agricoltori, ambientalisti, cacciatori ed enti territoriali. Anche all’interno della maggioranza di centrodestra ci sono divisioni, mentre le opposizioni sono compatte per il no. Nazario Pagano, coordinatore regionale di Forza Italia e presidente della Commissione Affari Costituzionali del Senato, si è dichiarato “fermamente contrario” al provvedimento.

Anche il mondo culturale e artistico si è mobilitato contro la caccia al cervo. Tra le voci critiche ci sono quelle delle scrittrici Dacia Maraini, che vive a Pescasseroli da 25 anni, e Donatella Di Pietrantonio, vincitrice del Premio Strega. In un’intervista con il direttore del quotidiano Il Centro, Luca Telese, Di Pietrantonio ha raccontato di quando, da ragazza, aiutava il padre a installare un recinto elettrificato per tenere lontani gli animali selvatici dal podere di famiglia. “Mio padre era cacciatore, ma si limitava alle lepri. Non avrebbe mai puntato il fucile contro un orso o altri animali fermi”, ha ricordato la scrittrice abruzzese.

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