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Lupi sull’altopiano: un nuovo attacco a un animale.

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Non si fermano le predazioni dei lupi sull’Altopiano di Asiago. Sabato notte, i grandi predatori hanno attaccato il bestiame di Malga Verde a Lusiana Conco, in località Val Lastaro, uccidendo una manza. Questo è l’ennesimo attacco dall’inizio dell’estate di alpeggio, che dal 10 giugno ha già visto otto animali sbranati, con una media di quattro attacchi a settimana.

La malga, gestita dalla famiglia Cortese da quattro generazioni, alleva vacche da latte ed è associata al Consorzio Tutela del Formaggio Asiago, offrendo prodotti di alta qualità nel proprio punto vendita e agriturismo. “Portiamo in quota un centinaio di animali, tra cui 70 vacche adulte,” spiega il proprietario. “Purtroppo, non possiamo difenderci dai branchi. Recintare tutto il pascolo è impossibile, così come utilizzare cani da guardia per 70 ettari di terreno. Siamo preoccupati, ma non vediamo soluzioni.” Le predazioni sono iniziate subito dopo l’arrivo degli allevatori sull’altopiano.

Il 10 giugno, i gestori di Malga Frolla a Conco hanno subito la predazione di una vitella il giorno stesso dell’arrivo. Sempre il 10 giugno, a Malga Dosso di Sotto, è stata uccisa una vacca. L’11 giugno, un’altra vitella è stata sbranata a Malga Frolla. Nei giorni successivi, una vitella è stata trovata morta a Canove, una capra è stata uccisa a Tonezza, e il 14 giugno, a Malga Foraoro di Caltrano, due vitelle sono state sbranate. Sabato scorso, una manza è stata attaccata a Malga Verde.

Secondo i dati della Regione Veneto, nel 2022 ci sono state 823 predazioni, causate da almeno 15 branchi di lupi che si aggirano su oltre il 20% del territorio. Tre branchi sono stanziali sull’Altopiano di Asiago: solo nella zona del Monte Corno, nell’agosto 2023, ci sono state cinque predazioni in 45 giorni. Questi numeri evidenziano un problema crescente che richiede soluzioni urgenti e concrete.

“Abbiamo lanciato un segnale di allarme, ma sembra che non ci sia ascolto,” afferma Anna Trettenero, presidente di Confagricoltura Vicenza. “Un’altra predazione, in pochi giorni, mette sotto stress gli allevatori, già provati da una stagione difficile. Fino a quando si potrà abusare della loro pazienza? L’alpeggio sull’Altopiano è una risorsa non solo economica, ma anche culturale e turistica. I lupi, che sono all’apice della piramide, non sono predati e attaccano ripetutamente perché sono in sovrannumero. È un incubo per gli allevatori e per gli amanti della montagna. Chi andrà a raccogliere funghi quest’estate? È ora che la politica prenda posizione e dia una risposta concreta ai cittadini, inclusi gli allevatori.”

La situazione sull’Altopiano di Asiago non riguarda solo le predazioni, ma riflette una più ampia problematica di gestione del territorio e della fauna selvatica. La presenza dei lupi, se da un lato rappresenta un successo per la biodiversità, dall’altro pone seri problemi di convivenza con le attività umane, in particolare l’allevamento. Le soluzioni non sono semplici: recintare vaste aree di pascolo è logisticamente ed economicamente impraticabile e l’uso di cani da guardia, pur efficace in alcuni contesti, non è sempre applicabile su larga scala. La gestione dei lupi richiede un approccio integrato che consideri sia la conservazione della specie che la protezione delle attività economiche locali.

La questione dei lupi sull’Altopiano di Asiago è un esempio emblematico delle sfide che si presentano quando si cerca di bilanciare la conservazione della natura con le esigenze umane.

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