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Tutti a nanna: quando gli animali vanno in letargo.

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«Chi dorme non piglia pesci», recita il detto. Nel caso degli animali «non piglia freddo». Con l’arrivo delle temperature rigide dell’inverno (e a volte dell’autunno), diverse specie vanno in letargo. Entrano in uno stato di «quiescenza», riducendo al minimo le funzioni vitali. Una strategia per sopravvivere, che ognuno declina secondo le proprie caratteristiche. Fondamentale per tutti è la preparazione dei mesi precedenti: dalla sistemazione della tana all’accumulo di riserve di cibo. Il dormiglione per eccellenza è il ghiro, capace di riposare anche sei mesi, senza dimenticare di fare degli spuntini. I pipistrelli affrontano un letargo profondo che inizia con l’abbassamento del ritmo del cuore, che scende a 10 battiti al minuto. E chi in letargo non va, come volpi e lupi? La pelliccia si infoltisce funzionando da isolante. Gli effetti del clima si fanno sentire anche sugli animali che vedono stravolte le proprie abitudini. In Siberia, ad esempio, alcuni orsi soffrono d’insonnia a causa del caldo eccessivo e non riescono ad andare in letargo. Quelli bruni dello Utah, nel 2015 hanno anticipato il risveglio e, a sorpresa, si sono ritrovati senza cibo a sufficienza: le piante di cui si nutrono abitualmente non erano ancora fiorite.

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